by Redazione | 23 Marzo 2021 9:47
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale[1] il dl Sostegni n°41/2021, da noi ribattezzato decreto Briciole[2] per la pochezza dei ristori alle imprese colpite dal Covid. Una critica già avanzata da Confcommercio e Assoturismo Confesercenti, a cui ora si aggrega anche Federalberghi.
La federazione guidata da Bernabò Bocca aveva, in prima battuta, espresso il suo plauso per l’esonero dal pagamento del canone Rai concesso agli alberghi[3]. A distanza di poche ore giunge una dura critica al provvedimento.
“Non ci sorprende il fatto che la coperta dei sostegni sia corta – scrive Federalberghi in una nota – ma le risorse stanziate per il turismo non sono assolutamente sufficienti. Occorre fare di più, per aiutare le imprese del turismo a uscire dal disastro creato dalla pandemia”.
Bocca & Co. chiede al Parlamento, che dovrà esaminare ed eventualmente emendare il testo, l’adozione di interventi correttivi e migliorativi. E indica al governo le sue priorità in vista di futuri provvedimenti: abolizione delle restrizioni agli spostamenti, attivazione del Green Certificate[4], interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali), copertura dei costi fissi che gravano sugli immobili (Imu, affitti, Tari), incentivi per la riqualificazione delle strutture ricettive, anche mediante riconoscimento del superbonus, e sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale.
Forte lo scontento anche della event industry, nonostante il dl Sostegni gli abbia riservato un fondo ad hoc. #Italialive, il manifesto che riunisce le associazioni del comparto[5], reputa “esigua” la somma di 100 milioni di euro a loro riservata.
“Ancora una volta – si legge in una nota – il settore dei congressi, dei convegni e degli eventi aziendali e privati non rientra tra le priorità del governo per portare il Paese verso una nuova normalità”.
I ristori previsti nel decreto varato da Draghi, prosegue il comunicato, “continuano a sottovalutare l’impatto del Covid sulle imprese e professionisti del settore, completamente fermi da ormai 13 mesi e per le quali non è ancora stata contemplata nessuna possibilità di apertura”.
E infine l’affondo: “Si tratta di centri congressi, location per eventi aziendali, privati e culturali, agenzie specializzate nella loro creazione e produzione, catering, allestitori, organizzatori di cerimonie, interpreti e molte altre aziende e professionisti di settore in attesa da dicembre 2020 dello sblocco dei fondi già stanziati dal Mibact (320 milioni) e il cui decreto attuativo non è mai stato discusso con le parti interessate con la conseguente non apertura del bando per la presentazione delle domande”.
In ballo, rimarca #Italialive, c’è la “sussistenza di un’intera filiera che produce ricadute economiche importanti su tutti i comparti produttivi italiani”.
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