Dl Sostegno, le misure salva imprese previste nella bozza
Blocco dei licenziamenti fino a fine giugno, proroga della cassa integrazione, sospensione delle cartelle esattoriali per almeno un altro paio di mesi e ristori per quasi 3 milioni di attività, abbandonando il criterio dei codici Ateco e considerando le perdite reali subite tra il 2019 e il 2020. Sono queste alcune delle misure, su cui ormai si discute da diverso tempo, confermate nella bozza del decreto Sostegno a cui sta lavorando il governo Draghi, e che andrà a sostituire il Ristori 5, inizialmente previsto dal premier uscente Giuseppe Conte, nel giro di massimo dieci giorni.
Il pacchetto di interventi avrà un valore di 32 miliardi di euro, e come conferma Il Corriere della Sera, nelle ultime ore il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è stato a Palazzo Chigi per un confronto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per la messa a punto delle varie misure di sostegno.
Nella bozza, dunque, si prevedono due miliardi per il finanziamento dei vaccini, con le risorse che serviranno anche a implementare i piani per il trasporto e la somministrazione dei sieri. E ancora, la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno, l’estensione della cassa integrazione Covid per l’intero 2021 (non si ragionerà più, quindi, a blocchi di settimane e potrebbero essere introdotti paletti all’accesso), congedi parentali per i genitori degli alunni che fanno didattica a distanza, la sospensione delle nuove cartelle fiscali fino al 30 aprile, e ristori per 2,7 milioni di attività colpite dalla crisi dovuta alla pandemia ancora in corso.
Quanto allo schema per ristorare le imprese, dalla bozza del decreto Sostegno emerge l’intenzione di destinare risorse a fondo perduto – come anticipato a 2,7 milioni di attività – tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 5 milioni di euro. Il ristoro non sarà più erogato in base ai codici Ateco, ma sulla base del calo del fatturato annuale.
In sostanza, l’indennizzo spetta a chi dimostra una perdita del 33% nel 2020 rispetto al 2019, calcolata sul confronto tra la media mensile del fatturato del 2019 e la media di quello del 2020. Quattro sarebbero le fasce di indennizzo: il 30% di quanto perso per fatturati fino a 100 mila euro annui; il 25% alle attività con un fatturato da 101 a 400mila euro; il 20% per chi ha un fatturato da 401 a 1 milione l’anno e al 15% per imprese da 1 a 5 milioni.