by Redazione | 25 Marzo 2022 10:53
Sul dl Ucraina che proroga per alcune aziende il Fis – Fondo di integrazione salariale, si pronuncia ora anche Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato che fa capo a Confcommercio.
«Accogliamo positivamente l’intervento sugli ammortizzatori sociali, in particolare per le imprese che non possono più ricorrere all’assegno di integrazione salariale per esaurimento dei limiti di durata nell’utilizzo delle relative prestazioni. Nel turismo organizzato, nello specifico – afferma il numero uno di Fto – ne beneficiano tutte le imprese con meno di cinque dipendenti che avevano a disposizione in tutto 13 settimane per un intero biennio, esaurite completamente o quasi nel periodo gennaio-marzo. Si è infatti previsto ulteriore trattamento di integrazione salariale per un massimo di otto settimane fruibili fino al 31 dicembre 2022».
Gattinoni, quindi, osserva: «La vera criticità è il pesante iter burocratico per usufruire degli ammortizzatori. Ad oggi le domande Fis non sono ancora state accolte dall’Inps e quindi i dipendenti non sono stati pagati, se non grazie agli anticipi erogati direttamente dalle imprese. Per questo motivo avevamo richiesto a gran voce la continuità della cassa in deroga. Chiediamo con forza un intervento di Draghi e Orlando, perché se le norme non trovano efficace attuazione, il governo deve sentire la responsabilità e intervenire per tutelare persone e imprese coinvolte».
«Sono comunque necessari – aggiunge – anche alcuni interventi correttivi quali l’esonero del pagamento del contributo addizionale anche per le otto ulteriori settimane e il credito d’imposta Imu previsto solo per alcune imprese della filiera del turismo. Chiediamo che il testo sia modificato e più in generale chiediamo ulteriori sostegni economici in favore di un comparto che sta cercando con enorme fatica di uscire da una crisi pesantissima».
Secondo il presidente di Fto, infine, è urgente «misurare gli impatti del conflitto sul turismo organizzato. In particolare, sulla capacità di spesa dei viaggiatori, sulla pressione inflazionistica per i servizi a terra, sul rincaro del jet fuel, sulla preoccupazione di viaggiare sia in outgoing che da parte dei turisti extra Ue, ad esempio gli americani, che non percepiscono gli impatti del conflitto sui vari Paesi europei. Senza dimenticare le nuove regole del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato della Commissione Ue. Ragioni per le quali chiediamo un intervento economico e finanziario adeguato».
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