Riflettori puntati su Alitalia all’indomani della giornata di consultazioni elettorali che ha visto la schiacciante vittoria della Lega alle Europee. Mentre è ancora tutto da stabilire quale sarà il riequilibrio (inevitabile?) delle competenze tra il partito di Matteo Salvini e il M5S, il Gruppo Toto punta i piedi e rilancia la sua candidatura a entrare nell’azionariato della newco.
Con una lettera indirizzata a Gianfranco Battisti (Fs) dall’amministratore delegato Livio Bergonzi – secondo quanto riporta Il Messaggero – la holding che fa capo all’ex patron di Air One avrebbe ribadito la propria intenzione di rilevare una quota compresa tra il 25 e il 30% del pacchetto azionario del nuovo vettore.
In attesa di capire se e quando ci sarà un incontro tra le due parti (i rumors parlano del 29 maggio, data in cui verrebbe messa nero su bianco la fattibilità di questa ipotesi), il quotidiano romano sottolinea come la mossa della famiglia Toto, e in particolare di Carlo, sarebbe stata fortemente avallata dal vice premier Luigi Di Maio, tutto con lo scopo di allargare la platea dei pretendenti, indebolendo di fatto la posizione di Atlantia, da tempo in lizza nonostante la vicenda del Ponte Morandi.
Sul fronte politico, poi, l’esito elettorale – rafforzando la Lega e indebolendo il Movimento – potrebbe avere come conseguenza il cambiamento dei ruoli nel dossier Alitalia, gestito fin dall’inizio da Di Maio. In altre parole leghisti di primo piano, come lo stesso Salvini e il mistro Mipaaft Gian Marco Centinaio, potrebbero uscire allo scoperto con nuove prese di posizione e scompigliare le carte in tavola prima del 15 giugno, nuova data di scadenza per presentare le proposte di partnership.
Intanto, in casa Alitalia i conti giornalieri continuano a destare preoccupazione. Stando alle cifre riportate da NextQuotidiano, a fronte di ricavi da vendita di biglietti aerei pari a 8,4 milioni di euro, la compagnia deve sostenere costi giornalieri per 9,5 milioni di euro tra revisioni, costo carburante, oneri da prestito-ponte, costo del personale. A conti fatti oltre 1,1 milioni di euro di perdite al giorno, vale a dire 52mila euro ogni ora.