«Se potessi andare in vacanza, ci andrei volentieri». Parola del premier Mario Draghi, che si è detto «d’accordo» con l’invito agli italiani del ministro del Turismo Massimo Garavaglia a prenotare le vacanze estive. Niente più che una battuta, accompagnata da un sorriso, che però è giunta come un’iniezione di fiducia nel corso della conferenza stampa tenuta dal primo ministro all’indomani del Consiglio d’Europa e della cabina di regia riunitasi questa mattina in vista del nuovo decreto anti Covid che entrerà in vigore dopo Pasqua.
Nell’incontro i rappresentanti del Cts, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, avrebbero ribadito la gravità della curva epidemiologica, confermando la linea dura per tutto aprile. E dunque: niente zone gialle sino alla fine del prossimo mese e circa mezza Italia in zona rossa per almeno altre due settimane.
In nessuna regione, dunque, i ristoranti non riapriranno neanche a pranzo e rimarranno ferme bloccate attività come cinema, teatri o palestre. Categorie che beneficeranno di altri sostegni che saranno finanziati con la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio, intorno al 10 aprile.
Unica concessione alle scuole: asili nidi, elementari e prima media torneranno in presenza anche in zona rossa dopo Pasqua.
Il nuovo decreto dovrebbe avere validità fino al 30 aprile, quando scadrà anche lo stato di emergenza. A quel punto, se non si stabilisse una proroga, potrebbero anche venire decise riaperture graduali.
Intanto, il Parlamento europeo ha accelerato sul suo Digital Green Certificate per consentire, da giugno, di tornare a viaggiare liberamente almeno nel vecchio continente.
Una nostra grande speranza, condivisa – seppur con una punta di sarcasmo – anche da Mario Draghi.