Draghi ha deciso: «Stop allo stato d’emergenza»
Il premier Mario Draghi ha annunciato a Firenze «che è intenzione del governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo». Eppure 1° aprile non sarà del tutto un freedom day, quantomeno per i no vax. L’intenzione di Palazzo Chigi è lasciare in vigore l’obbligo di green pass, seppur rimodulato.
Lo strumento del certificato verde – al momento obbligatorio nella sua versione “super” per viaggiare con mezzi pubblici e per soggiornare in hotel – resterà infatti in vigore in Italia, per poi essere abolito entro l’estate.
L’addio al pass, a detta del premier, sarà graduale: «Metteremo fine all’obbligo di utilizzo, a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli». Sullo sfondo l’intenzione «di riaprire tutto il prima possibile, continuando però a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze».
Mario Draghi media così tra l’ala dei prudenti e chi ritiene il certificato non più utile, anzi dannoso, come Matteo Salvini, il leader leghista al cui partito appartiene anche il nostro ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che si è più volte detto favorevole all’abolizione del pass.
In generale, dunque, si va nella direzione di allentare le restrizioni anti Covid. Prova ne è lo stop alla quarantena dal primo marzo per entrare in Italia dai Paesi extra Ue: basteranno le stesse condizioni del pass “semplice”, cioè certificato di vaccinazione, di guarigione, o test negativo. Sempre da marzo aumenta la capienza di stadi e palazzetti (al 75% e 60%). Dal primo aprile, invece, dovrebbe essere possibile tornare a mangiare all’aperto in bar e ristoranti senza obbligo esibire il certificato, ma non al chiuso.
Dal fine marzo, poi, non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate e – come anticipato dallo stesso Draghi – «saranno eliminate le quarantene da contatto e cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto».
«È chiaro che ci troviamo in una fase nuova, ma serve gradualità, non possiamo far saltare in un solo momento tutte le precauzioni che ci hanno consentito di lasciare aperto, mentre altri in Europa entravano in lockdown», dichiara il ministro Roberto Speranza in una intervista a La Stampa.