Raddoppia, come preannunciato, e sale a circa 14 miliardi di euro la dote del decreto Aiuti ter, appena varato dal Consiglio dei ministri e illustrato in quella che dovrebbe essere l’ultima conferenza di Mario Draghi premier.
Il provvedimento, approvato all’unanimità, fa salire a oltre 60 miliardi gli aiuti agli italiani e prevede un nuovo round di sostegni alle imprese e alle famiglie, schiacciate dal cosiddetto caro energia, effetto diretto della guerra russo-ucraina.
Vediamo, dunque, quali sono le misure più interessanti contenute in un dl che alleggerisce anche le aziende del turismo, pur non dedicando al comparto alcun intervento diretto.
Primo tra tutti, l’allargamento del credito di imposta nel quarto trimestre 2022 anche alle «piccole piccole imprese», come sottolineato dal presidente del Consiglio. Il meccanismo del tax credit nei mesi di ottobre e novembre sarà pari al 40% per le imprese energivore e gasivore e al 30% per le imprese minori che impiegano energia elettrica con una potenza dai 4,5 kw in su.
Niente rateizzazione delle bollette, invece, ma garanzie statali a titolo gratuito sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette, con accordi con le banche che «già si sono rese disponibili» a operare tassi non superiori al Btp, fa sapere Draghi.
Previsti nel decreto anche il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 ottobre e un bonus una tantum di 150 euro per i lavoratori con redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui.
Arrivano, poi, nuovi stanziamenti per il bonus trasporti, il contributo da 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai trasporti pubblici: il Fondo, nato con il primo decreto Aiuti, è incrementato di 10 milioni di euro per il 2022. Il voucher, riconosciuto alle persone con reddito annuo inferiore a 35mila euro, potrà essere richiesto fino a dicembre. Secondo i dati del ministero del Lavoro, finora i bonus emessi sono stati circa 730.000.
«Sostegno a occupazione, crescite, imprese, famiglie, fasce più deboli: tutto questo ha fatto parte dell’agenda sociale del governo che ho avuto l’onore di presiedere», commenta il presidente del Consiglio che si congratula con il suo ministro dell’Economia, Daniele Franco, autore di quella che Draghi stesso definisce una vera «manovra di politica economica», che ha gettato le basi di una crescita del 6% lo scorso anno e del 4% quest’anno. «Un andamento migliore delle aspettative – ammette – tanto da poter attingere per gli aiuti alle maggiori entrate fiscali prodotte da inflazione e crescita», appunto.
Lo spettro della recessione? «I sintomi ancora non si possono vedere», dichiara il presidente Draghi, passando la parola a Franco che sottolinea: «Nel terzo trimestre abbiamo visto un rallentamento dell’industria, mentre i servizi sono andati bene. Ma siamo legati all’economia europea», da cui dipendono le nostre sorti. «Per questo – afferma il ministro – dobbiamo continuare a tenere un tasso di crescita superiore agli altri Paesi Ue. Finora ci siamo riusciti anche perché il nostro tessuto produttivo si è dimostrato robusto e dinamico. È fondamentale continuare a sostenerlo con risorse temporanee».
Altrettanto importante, parola di Draghi, «continuare con determinazione sul Pnrr e, sul fronte degli investimenti privati, assicurare un ambiente senza incertezze economiche».