Dubai oltre i grattacieli: deserto, benessere e cioccolato
La Dubai degli hotel a sette stelle vuole cambiare pelle. O meglio, vuole rivelare un aspetto dell’emirato che pochi conoscono. La vita quotidiana di persone comuni, che vivono senza il lusso più sfrenato e, comunque, si divertono e stanno bene. Questo l’obiettivo dichiarato dalle autorità del turismo di questa località che finora ha, invece, investito sull’immagine di destinazione del lusso.
LUSSO, WELLNESS E “MADE IN ITALY”
Nel frattempo, non solo continuano a riempirsi gli alberghi da 800 euro a notte, ma se ne costruiscono di nuovi. Tra i più recenti, due strutture che hanno in comune solo il livello di clientela alla quale si rivolgono, quello del lusso più esclusivo. Quello con il maggiore impatto architettonico è l’edificio che ospita due diversi format di ospitalità: One & Only One Za’abeel e Siro One Za’abeel. In realtà, è un complesso di due edifici collegati da una passerella panoramica chiamata The Link, lunga oltre 220 metri. Questo insieme architettonico “ha cambiato lo skyline di Dubai”, si legge nelle descrizioni promozionali.
Nel The Link si trovano ben sette diversi ristoranti, ciascuno con un’identità gastronomica molto definita. Una delle due torri ospita uffici e residence per soggiorni a medio e lungo termine. L’altra contiene le 229 camere del One & Only e le 132 del Siro.
È in quest’ultimo, il Siro, che ha preso vita una formula decisamente originale, improntata al wellness. Si può definire un centro benessere con dentro un albergo. Le palestre ampie e attrezzate per attività specifiche, come pilates, spinning o yoga, le sale per trattamenti con massaggi e aromaterapia e perfino la crioterapia, che procurerebbe dei benefici fisici con una temperatura di -45°, e la vasca per il bagno nel ghiaccio. Nelle suite, insieme al phon e le ciabattine, si trovano le attrezzature da palestra per potersi allenare tra un pisolino e una video call, in assoluta riservatezza. Il centro può essere frequentato anche da chi non dorme in hotel. Esattamente come qualunque palestra o centro benessere che si trova in città.
Tre mesi dopo l’inaugurazione di questa struttura, quindi lo scorso marzo, è stato inaugurato il The Lana. Qui, il vantaggio principale è di trovarsi sul mare e di avere camere con balconi, a differenza dell’Only & One dove le vetrate sono totalmente chiuse e il ricambio d’aria avviene solo con l’aria condizionata.
Il livello di lusso è equivalente ma con un’atmosfera più mediterranea. Lo stesso ristorante, dal nome italiano, “Riviera”, ha un arredamento luminoso e perfino alcuni tavoli all’aperto. L’architettura è, comunque, nello stile di Dubai: 32 piani ma con elementi incastrati e spazi vuoti che danno una sensazione di apparente mobilità dell’intero edificio.
Guardare Dubai dall’alto è, comprensibilmente, il punto di vista più naturale per una città che si conosce proprio per il gran numero di costruzioni sviluppate verso l’alto. Non è necessario prendere una camera in uno di questi alberghi a 30, 40, 60 piani, per avere un panorama del genere. La tappa quasi obbligata per chi va a visitare la città è The View. Una torre alta oltre 240 metri costruita all’inizio di quell’isola artificiale a forma di palma nota, appunto, come The Palm, che si può vedere con un unico sguardo una volta saliti sulla terrazza panoramica.
Poco distante, l’altro edificio iconico dell’emirato: il Burj Al Arab, meglio noto come La Vela, considerato l’hotel più lussuoso al mondo. Attualmente diretto dall’italiano Giovanni Beretta, sembra concepito per soddisfare la voglia di esclusività di chi può spendere senza batter ciglio 1.300 euro a notte (per la camera standard).
Così, nella galleria dello shopping si può entrare in quella che sembra una gioielleria ed è, invece, un negozio di cioccolato. Cioccolato con il quale vengono realizzate delle opere d’artigianato il cui costo non è così distante da quello di una pietra preziosa.
DAL MALL AL DESERTO
Ma cosa può riservare quest’altro aspetto di Dubai, la vita fuori degli alberghi a sette stelle? Non è facile sfuggire allo scenario degli edifici da record che hanno definito lo skyline di questa città/emirato. Ma passeggiare sulla marina, il lungo mare con il quale si arriva anche a The Palm, si vedono tantissimi locali frequentati sia da turisti che da residenti, un po’ per tutte le tasche. Così come il più grande centro commerciale del mondo, il Dubai Mall: 1.200 negozi che occupano una superficie di oltre 1 milione di metri quadrati. E su quale incombe il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo: 830 metri. Al suo interno, uffici, alberghi (l’Armani Hotel), un parcheggio per 3mila vetture, una palestra, ristoranti e perfino una moschea.
In mezzo a tanta modernità ed efficienza, arriva senz’altro il momento in cui si sente la mancanza di quegli spazi aperti che tutti, da sempre, associamo al mondo arabo. È il momento di andare nel deserto. Dove ha riaperto da poco il Bab Al Shams. Si tratta di una struttura con 115 camere distribuite in 16 edifici a due piani, con servizi di lusso e ristoranti dove si può assistere spesso a spettacoli che, come la cucina, sono ispirati alla cultura tradizionale locale. A meno di un’ora dal centro di Dubai, qui si dimenticano i grattacieli e ci si immerge nel relax delle dune. C’è, comunque, la possibilità di vivere delle avventure con i fuoristrada, a bordo di cammello e perfino in mongolfiera.