by Roberta Moncada | 26 Gennaio 2022 10:14
L’Unione europea viene incontro alle istanze del travel[1], e cerca di uniformare quanto più possibile le regole europee per i viaggi, facilitando la libera circolazione. Dal Consiglio dell’Ue arriva una nuova raccomandazione che, sebbene non vincolante, sprona gli Stati membri ad adottare un approccio basato sullo status individuale di rischio Covid del viaggiatore, anziché del suo Paese di provenienza.
A partire dal 1° febbraio, quindi, gli Stati membri dell’Ue sono invitati a rimuovere i tanto contestati “elenchi”, ovvero le restrizioni basate sui Paesi, tarandole sul livello di “pericolosità” del singolo viaggiatore.
La raccomandazione, discussa e approvata a seguito di una proposta della Commissione avanzata il 25 novembre, sottolinea soprattutto il fatto che non dovrebbe essere applicata nessuna restrizione aggiuntiva per i titolari di green pass. Il documento aggiunge anche che qualsiasi misura restrittiva della libera circolazione deve essere non discriminatoria e proporzionata, e che, in linea di principio, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare l’ingresso a persone in arrivo da altri Paesi Ue.
«Oggi gli Stati membri hanno riconfermato che in linea di principio il possesso di un certificato Covid digitale dell’Ue valido dovrebbe essere sufficiente per viaggiare in pandemia – ha commentato la Commissaria per la Salute Stella Kyriakides – È importante che gli Stati membri diano seguito a tale accordo e attuino senza indugio le norme concordate. La variante Omicron si è ormai diffusa in tutta Europa ed è giunto il momento di valutare l’interruzione delle restrizioni di viaggio supplementari introdotte da alcuni Stati nelle ultime settimane, che hanno reso i viaggi nell’Ue più complicati e meno pianificabili. Invitiamo tutti ad attuare rapidamente le norme comuni per garantire coordinamento e chiarezza a cittadini e viaggiatori».
Sempre con l’intento di coordinare ed omologare le regole europee, ll 21 dicembre la Commissione ha anche adottato[2] un regolamento (questo sì, vincolante) che stabilisce un periodo standard di 270 giorni di validità per i certificati di vaccinazione in tutta Europa.
Nonostante ciò, però, l’Europa non dice del tutto addio alle mappe. L’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, continuerà comunque ad aggiornarle settimanalmente.
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