Marriott International è in procinto di licenziare 833 dipendenti nel suo headquarter nel Maryland. Tale azione – confermata da un portavoce dell’azienda a 7News – sarebbe parte del grande piano di ristrutturazione 225 interno al colosso dell’ospitalità, che punterà a ridurre i costi tra gli 80 e i 90 milioni di dollari all’anno e ottenere una maggiore efficienza aziendale a sostegno della crescita futura.
I tagli al personale fanno parte di quello che Anthony Capuano, presidente e amministratore delegato del Gruppo, ha definito un «processo a livello aziendale per migliorare l’efficacia e l’efficienza» per aiutare i proprietari e gli affiliati a «operare in modo ancora più agile».
Sorprende un po’ che quella che può considerarsi una delle più grandi compagnia alberghiere al mondo, che ha chiuso il 2023 con ricavi per 23,7 miliardi di dollari, in crescita del 14% sul 2022 e soprattutto, per la prima volta, in corsia di sorpasso sul pre-pandemia, abbia deciso di eliminare una serie di posizioni corporate a livello globale, e non i dipendenti delle singole strutture alberghiere, e avrebbe già inviato alle figure interessate la notifica di licenziamento presso la sua nuova lussuosa sede centrale di Bethesda, Maryland, dove conta circa 5.000 addetti.
CHI ESCE E CHI ENTRA
Fonti interne hanno dichiarato che l’operazione era già partita nell’ultimo trimestre quando ad alcuni dipendenti era stato offerto il prepensionamento, mentre ad altri, le cui posizioni erano state eliminate, era stata offerta la possibilità di candidarsi ad altri ruoli aperti da Marriott solo per candidati interni.
Leeny Oberg, direttore finanziario del Gruppo, riferendosi ai costi dell’operazione, ha dichiarato che «l’indennità di licenziamento comporterà oneri per circa 100 milioni di dollari, principalmente nel quarto trimestre del 2024». Tutti i dipendenti coinvolti avranno diritto a pacchetti di licenziamento (variabili in base alla posizione e all’anzianità di servizio) che includono l’assistenza al ricollocamento.
La parte curiosa della storia è però che, se Marriott, da una parte sta eliminando posti di lavoro, da un’altra sta assumendo. Infatti, pochi giorni fa l’azienda aveva decine di posizioni aperte nelle sue pagine dedicate alle carriere negli Stati Uniti e in Europa, come per esempio, circa 50 richieste di nuove figure proprio presso la sede centrale di Bethesda.
NEGOZIATI IN STALLO IN ITALIA
Acque agitate anche sul fronte italiano, dove sono partite da tempo le trattative per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale del Gruppo Marriott International in scadenza il 31 dicembre 2024.
I sindacati – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – hanno presentato una piattaforma rivendicativa unitaria che introduce nuovi temi con particolare riferimento alla qualità dell’occupazione, al bilanciamento dei tempi di vita professionale e privata e alla stabilità reddituale.
Sono oltre 1.200 in Italia i dipendenti del colosso dell’hôtellerie impiegati nelle strutture di Milano, Venezia, Firenze e Roma. Ad oggi – fa sapere Fisascat – i negoziati sono in fase di stallo (dopo la brusca interruzione dei mesi scorsi, la proclamazione dello stato di agitazione e lo sciopero nazionale di 16 ore) e il tavolo è stato aggiornato al 16 dicembre.