Gli Stati Uniti sconsigliano i viaggi in Italia ai propri cittadini a causa dell’elevato rischio di contagio da Covid-19. Il nostro Paese è stato inserito dal governo di Washington – su segnalazione del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) – nella “black list”, e quindi nella categoria quattro di rischio, ovvero il livello più alto.
Le raccomandazioni delle autorità americane alla popolazione arrivano mentre il Paese si avvicina a superare le 200 milioni di somministrazioni di dosi di vaccino anti Covid. L’avvertimento è apparso con un travel advisory sul sito istituzionale dell’ambasciata americana a Roma.
Nell’avviso, oltre all’allerta Covid, l’ambasciata ricorda agli statunitensi di avere cautela anche contro il potenziale pericolo di attentati sul territorio italiano.
LA REAZIONE DI CONFINDUSTRIA ALBERGHI. Le notizie provenienti dagli Usa hanno nuovamente innalzato il livello di preoccupazione degli operatori, spingendo Confindustria Alberghi a rivolgersi direttamente al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Nella lettera inviata al ministro Luigi Di Maio – e per conoscenza al ministro del Turismo Massimo Garavaglia – le aziende alberghiere di Confindustria hanno portato all’attenzione delle istituzioni lo sconcerto del settore.
«L’ennesima doccia fredda che ci ha spinto a richiamare l’attenzione del ministro Di Maio – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi – La destinazione Italia viene classificata ad alto rischio malgrado l’imponente sforzo, di imprese e cittadini, che ha permesso di contenere la diffusione del virus. È ingiusto e fortemente penalizzante quello che si sta prospettando, soprattutto dopo aver ampiamente dimostrato la capacità delle nostre imprese di saper operare nel pieno rispetto delle norme vigenti con grandissima efficacia nella prevenzione e gestione del rischio pandemico».
L’alert statunitense, spiega Colaiacovo, «rischia di diventare un precedente per altri Paesi che potrebbero decidere di adottare la medesima linea. Un protezionismo turistico che rischia di danneggiare l’Italia fortemente vocata al turismo internazionale. Nel corso della crisi abbiamo dimostrato grandissimo senso di responsabilità e capacità di affrontare e gestire il rischio, per questo non possiamo permetterci lo stigma della pandemia. Imprese e famiglie che vivono anche e soprattutto grazie al turismo internazionale non possono veder cancellati, con un colpo di spugna, gli immensi sacrifici sostenuti in questi mesi».