Inaugurato con un volo Bangkok Airways il 16 ottobre il nuovo scalo internazionale di Siem Reap, ufficialmente Siem Reap Angkor International Airport che sarà operativo a novembre.
Il nuovo aeroporto, situato a circa 50 chilometri da Siem Reap è l’aeroporto più grande della Cambogia, in grado di gestire circa 7 milioni di passeggeri l’anno (pari a quelli registrati in città come Palermo, Milano-Linate e Bari nel 2022), con un piano d’ampliamento che prevede fino a 10 milioni di passeggeri entro il 2030, 20 milioni entro il 2050 e circa 10.000 tonnellate di merci transitabili (con una previsione di 60.000 entro il 2050).
Siem Reap Angkor International Airport, dotato di una pista principale lunga 3.600 e larga 45 metri che sarà in grado di ospitare aeromobili di notevoli dimensioni, va a sostituire uno scalo più piccolo troppo vicino all’area dei templi Angkor Wat che rischiava di essere danneggiata dalle vibrazioni degli aerei.
Un aeroporto così grande al servizio di una piccola città, Siem Reap, che è in effetti solo il punto di partenza per visitare il parco archeologico di Angkor Wat, l’area degli antichi templi khmer, luogo menzionato tra le mete imperdibili e inserito tra i siti delll’Unesco.
Il potenziale di questa zona visitata da 2,7 milioni di turisti l’anno negli ultimi anni pre-Covid, è altissimo e, a quanto pare, in Cambogia hanno deciso di giocare d’anticipo con la costruzione del mega aeroporto, costato 1.1 miliardi di dollari che è parte di programma di sviluppo della durata di 55 anni stabilito tra Cambogia e Cina dove è prevista anche la costruzione di un nuovo scalo a Phnom Penh.
Una collaborazione, questa tra Cambogia e Cina, sottolineata anche dal vice Primo ministro Vongsey Visoth durante la cerimonia di inaugurazione dell’aeroporto che ha dichiarato: «Questo è un risultato storico che dimostra la fruttuosa volontà di una cooperazione solida tra la Cina e la Cambogia».