by Andrea Lovelock | 20 Settembre 2023 11:16
Tanto tuonò che, per Ryanair, piovve. Almeno apparentemente. L’Antitrust – al quale il governo ha, di fatto, demandato la questione del caro voli[1], che aveva scatenato le vibranti proteste del ceo Michael O’Leary contro l’esecutivo[2] – ha infatti avviato un’istruttoria nei confronti della compagnia low cost irlandese per possibile abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità Garante il vettore danneggerebbe le agenzie di viaggi e i consumatori cercando di estendere il proprio potere di mercato anche nell’offerta di altri servizi turistici. Con questo procedimento l’Antitrust intende far piena luce sull’attività di quello che oggi rappresenta il primo operatore di trasporto aereo nei voli da e per l’Italia. «Un segnale significativo nei confronti di un mercato che ha bisogno della massima trasparenza a tutela di una concorrenza leale tra operatori, vettori e soprattutto degli utenti», osserva il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.
Secondo quanto ipotizzato nel provvedimento, avviato a seguito di segnalazioni fatte negli ultimi anni da alcune associazioni di agenzie di viaggi, e di recente da Fto[3] e Aiav[4], Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici, ad esempio hotel e noleggio auto, ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprarli. In particolare, da un lato Ryanair sembra ostacolare l’acquisto, da parte delle agenzie, dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro lo consente alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma Gds a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, ampiezza dell’offerta e gestione post vendita del biglietto.
La condotta di Ryanair volta a limitare alle agenzie di viaggi la vendita dei biglietti aerei, che in genere sono il primo acquisto effettuato nell’organizzazione di una vacanza e che rappresentano il “punto di accesso” per la vendita di ulteriori servizi – si legge nella nota diramata dall’Antitrust – «avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione».
Nel testo del provvedimento, tra l’altro, si contestualizza il ruolo del vettore che “nell’ultimo esercizio, chiuso a marzo 2022, ha realizzato un fatturato totale di 4.801 milioni di euro. Tale dato deriva per il 45% dalla vendita di altri servizi, che Ryanair chiama ancillari (c.d. ancillary revenue) e ne comprendono alcuni eterogenei tra loro, quali prenotazione del posto, priorità di imbarco, bagagli aggiuntivi, vendita di hotel, noleggio auto, assicurazioni. Inoltre, l’Italia è il principale paese di attività di Ryanair in cui sviluppa il 25% del proprio fatturato totale”.
Secondo le segnalazioni giunte all’Antitrust da parte di Aiav, Fto e l’Associazione Codici Lombardia-Centro Diritti del Cittadino “Ryanair attuerebbe alcune politiche discriminatorie e denigratorie nei confronti delle agenzie di viaggio volte a scoraggiare il cliente finale dal rivolgersi alle stesse per l’acquisto di biglietti Ryanair; tali comportamenti, con alcune varianti, si estenderebbero anche alle Ota. Le condotte sarebbero finalizzate a ostacolare ed escludere le agenzie di viaggio, tradizionali e online, dalla vendita dei biglietti Ryanair per canalizzare le vendite dei biglietti e di ulteriori servizi turistici8 sui propri canali diretti”.
Inoltre, si legge nel testo del provvedimento dell’Authority, “sotto il profilo sostanziale, una volta identificata la prenotazione come proveniente da un’agenzia di viaggio, Ryanair metterebbe in atto una serie di comportamenti volti a bloccare o rendere più difficoltosa la fruizione del servizio acquistato. In particolare, Ryanair richiede l’intervento diretto del passeggero per lo sblocco della prenotazione e veicola a quest’ultimo informazioni denigratorie e non veritiere allo scopo di dissuaderlo dall’avvalersi delle agenzie di viaggi per acquistare biglietti Ryanair. E quando l’acquisto di un titolo di viaggio avviene tramite un account che Ryanair riconduce a un’agenzia viaggi, la compagnia blocca la prenotazione con l’invio di una e-mail di “Verifica di cliente richiesta”, impedendo a chiunque (agenzia o passeggero) di gestire tale prenotazione e, quindi, di effettuare eventuali acquisti di servizi ulteriori o modifiche alla stessa, fin quando il passeggero non si sottopone personalmente alla “procedura di verifica”, asseritamente tesa a verificare la sua identità. L’opzione ‘verifica rapida’ (l’unica con tempistica certa inferiore a una settimana) ha un costo di 0,59 euro a carico del cliente. In caso di mancata verifica dell’identità, non è possibile procedere al check-in online e il passeggero è tenuto a effettuare il check-in in aeroporto, pagando un supplemento che può arrivare fino a 75 euro”.
Tale procedura, di fatto, non consentirebbe all’agenzia di gestire in autonomia tutta la fase successiva all’acquisto del biglietto, imponendole di contattare e richiedere al cliente di svolgere la procedura di riconoscimento e ogni eventuale ulteriore adempimento. E sempre secondo le segnalazioni di Aiav e Fto, nessun altro vettore aereo prevederebbe tale procedura, né sarebbero comprensibili i “requisiti di sicurezza” che questa mira a garantire, considerato che essa viene attivata ad acquisto già perfezionato e pagato. Le associazioni hanno anche evidenziato che l’impossibilità per le agenzie di acquistare biglietti sul sito Ryanair per conto del cliente rischia di privare quest’ultimo della tutela massima che il Codice del Turismo riconosce ai pacchetti turistici.
Il testo del provvedimento prosegue specificando che “da circa due-tre anni, secondo quanto riferito dalle associazioni di agenti di viaggio segnalanti, Ryanair ha reso disponibili i suoi voli anche sui Global Distribution System, sistemi informatici per la gestione della prenotazione e acquisto di biglietteria aerea, in uso alle agenzie di viaggio tradizionali, per lo meno quelle di maggiori dimensioni. Ryanair, in particolare, è presente su due delle tre piattaforme Gds attive, ossia Travelport e Sabre. Ryanair, tuttavia, a differenza di tutte le altre compagnie, renderebbe disponibili i suoi voli sui Gds a condizioni sia tecniche sia economiche ‘peggiorative’ rispetto a quelle offerte sul proprio sito”.
Il testo che accompagna il procedimento, poi, evidenzia come nel trasporto aereo di linea di passeggeri nazionale da/per l’Italia, la Ryanair abbia acquisito negli anni una posizione di assoluto rilievo, anche a causa delle note vicende della compagnia di bandiera, diventando il primo vettore in Italia con quasi 46 milioni di passeggeri trasportati nel 2022 (34,6% del totale), seguita da Wizzair con circa 11,5 milioni, da easyJet con poco più di 11 milioni e da Ita, al quarto posto con quasi 10,5 milioni. Sul solo traffico nazionale Ryanair detiene una quota-mercato di passeggeri trasportati del 44%.
Detto questo l’Antitrust specifica: “Nella consolidata interpretazione dell’articolo 102 del Tfue (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea), all’impresa in posizione dominante incombe la speciale responsabilità di non pregiudicare con il proprio comportamento una concorrenza effettiva e leale sul mercato interno o su una parte sostanziale di esso”.
Nell’ultima parte del testo del procedimento avviato si legge: “In questo quadro, le condotte descritte permettono di ipotizzare un possibile abuso di Ryanair della propria posizione dominante nei mercati del trasporto aereo, volto a escludere le agenzie di viaggio dai mercati della prenotazione e vendita di servizi turistici.”
In base a quanto illustrato l’Antitrust delibera così l’avvio di una istruttoria che dovrà chiudersi entro il 31 dicembre 2024. È dunque solo l’inizio di una battaglia legale che si preannuncia ‘rovente’ e ricca di colpi di scena.
Il testo integrale del procedimento dell’Antitrust si può consultare online[5].
«Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato, frutto di un lavoro di analisi durato tre mesi – sottolinea Fulvio Avataneo, presidente Aiav – in collaborazione con diverse agenzie di viaggio che ci hanno fornito i dati. Un risultato ancora più evidente se si considera il recente cambio di passo sul decreto legge contro il caro voli. Ci auguriamo che su questo tema il governo sia incalzante e rigoroso, a beneficio di tutti».
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