by Redazione | 16 Aprile 2024 16:36
Residenti contro turisti, no all’overtourism. Declinate lo slogan in spagnolo e avrete la conferma che l’allergia al turismo di massa non è solo una crociata di Amalfi[1] e Venezia, che nel weekend del 25 aprile inaugura l’ingresso a pagamento[2] nel centro storico. La Spagna, scrive il Messaggero, alza le barricate e annuncia limitazioni e siti a pagamento nel Paese per i visitatori, con l’obiettivo di tutelare i residenti, che si scagliano contro gli ospiti: «Questa non è più casa nostra».
Una corrida insomma, ma nessuno da queste parti vuole più leggere i numeri dell’invasione alle Canarie dell’anno passato: 16 milioni di visitatori, sette volte di più dei suoi 2,2 milioni di abitanti. Dietro alla protesta il collettivo “Canarias se agota” (Le Canarie sono esauste): alcuni esponenti hanno iniziato uno sciopero della fame per fare pressione sulle autorità.
È la spia che il livello di esasperazione sta raggiungendo livelli mai toccati e non solo sui social: «Questa era la mia casa» o «Puzza di turista», sono le frasi stampate sugli adesivi attaccati alle porte degli alloggi turistici a Malaga. È la punta di un iceberg che riguarda anche le Baleari e Barcellona[3], dove già negli anni passati i residenti si erano mobilitati contro l’overtourism. La situazione “è precipitata” nel post pandemia: l’anno scorso la Spagna ha raggiunto il record di 85,1 milioni di visitatori stranieri. E non tutti hanno un comportamento virtuoso, anzi. Gli inglesi, ad esempio, non hanno buona fama: spendono poco, bevono tanto e provocano anche risse e incidenti stradali.
Le città spagnole, nel frattempo, hanno cominciato ad adottare misure rigide per contrastare il turismo di massa. Barcellona ha rimosso da Google Maps un percorso di autobus molto frequentato dai turisti per restituirlo ai residenti. San Sebastian, nei Paesi Baschi, ha deciso di limitare a 25 i componenti dei gruppi di turisti nel centro storico, vietando l’uso di altoparlanti durante le visite guidate. Siviglia, invece, è orientata a far pagare ai non residenti il biglietto per Plaza de Espana.
Le conseguenze del sovraffollamento sul mercato immobiliare implicano la necessità di limitare il numero di appartamenti turistici, ma è una situazione che va maneggiata con cura. Ecco perché, in un’intervista a El Pais, il ministro dell’Edilizia abitativa, Isabel Rodriguez, ha sottolineato come il governo sia «consapevole dell’importanza del turismo», sollecitando un approccio equilibrato per risolvere il problema.
La crescita del comparto, infatti, è cruciale per lo sviluppo economico del Paese, come testimoniano i numeri: in Spagna rappresenta il 12,8% del Pil e il 12,6% dei posti di lavoro. Per cui no all’overtoturism sfrenato. Ma adelante con juicio.
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