by Redazione | 11 Marzo 2020 10:52
Dopo Alitalia e Blue Panorama, anche easyJet si rivolge al governo per chiedere aiuto e superare l’emergenza da coronvirus. Con una lettera interna inviata a piloti e assistenti di volo, il vettore low cost inglese ha chiesto alle autorità l’avvio della cassa integrazione per i suoi 1.469 dipendenti italiani, il tutto per un periodo di nove mesi.
L’evolversi dell’epidemia e le misure adottate dal governo italiano per il suo contenimento, si legge su corriere.it, ha provocato una forte diminuzione delle prenotazioni e dei ricavi per tutta la stagione estiva (il vettore ha cancellato tutti i suoi voli da e per l’Italia).
Per questo motivo, sottolinea Lorenzo Lagorio, country manager Italia di easyJet, «si rende urgente e improcrastinabile l’avvio di programmi volti alla drastica e immediata riduzione dei costi in tutte le aree aziendali, e l’avvio di un programma di cigs». Un provvedimento che dovrebbe durare nove mesi, anche se easyJet non esclude la possibilità di «eventuali proroghe dello strumento».
La cassa integrazione chiesta — e che dovrà poi essere oggetto di trattative con le parti sociali — riguarderà il personale navigante (piloti e assistenti di volo) e quello di terra. Nel dettaglio, si tratta di 309 piloti e 610 assistenti di volo basati a Milano Malpensa, 86 piloti e 195 assistenti di volo basati a Venezia, 80 piloti e 172 assistenti di volo basati a Napoli. A questi si aggiungono 17 addetti del personale di terra (13 a Malpensa, 2 a Venezia, 2 a Napoli). “In ogni caso — si chiarisce nella comunicazione interna — il numero delle eccedenze sarà pari, al massimo, all’80% del personale in forza”.
Con l’avvio della cigs, la compagnia intende attingere al Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale.
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