by Redazione | 20 Aprile 2017 14:45
Emirates ridurrà le frequenze su cinque delle sue 12 rotte negli Usa. Il motivo, secondo la compagnia, va imputato alla diminuzione della domanda causata dalle politiche sull’immigrazione, e indirettamente quindi sulla libertà di spostarsi verso e all’interno degli Usa, volute dell’amministrazione Trump.
“Le recenti azioni intraprese dal governo degli Stati Uniti riguardo ai visti, così come l’inasprimento degli esami delle credenziali e le restrizioni sull’utilizzo degli apparecchi elettronici a bordo degli aerei stanno avendo un impatto diretto sui consumatori e sulla loro domanda di viaggio”, ha precisato il vettore in una mail al sito Travel Weekly.
In concreto le riduzioni di Emirates coinvolgeranno le rotte su Boston, Los Angeles e Seattle che vedranno diminuire i collegamenti da voli di due volte al giorno in un unico volo giornaliero, mentre passeranno a cinque voli a settimana, dagli attuali voli giornalieri, le rotte tra Dubai-Fort Lauderdale e Dubai-Orlando. I cambiamenti delle frequenze inizieranno da maggio sulle rotte per la Florida, da giugno per quelle su Boston e Seattle e dal 1° luglio per i voli su Los Angeles.
Negli ultimi due anni Emirates così come gli altri vettori del Golfo, Etihad e Qatar, ha ingaggiato una guerra fredda con i tre grandi vettori statunitensi American, Delta e United. Gli americani li accusano di aver accettato oltre 50 miliardi di dollari in aiuti di Stato, dal 2004 a oggi, in totale violazione degli accordi internazionali sull’aviazione, ma le compagnie del Golfo negano fermamente.
A rimettere sul tavolo la disputa sono state le affermazioni della Partnership for Open & Fair Skies, organizzazione che vede coinvolti i sindacati di categoria oltre ai tre maggiori vettori americani, e che ha fatto opera di lobby sulla Casa Bianca affinché venisse limitata l’espansione delle compagnie del Golfo sul territorio statunitense.
La portavoce della Partnership, Jill Zuckman ha ribadito che «il modello di business di Emirates e co. non si basa sulla profittabilità quanto sul supporto delle azioni dei governi mediorientali e della loro volontà di controllare l’aviazione globale».
Molto diversa la versione affidata a una nota da Emirates sulla riduzione delle frequenze: “Dall’inizio del 2017 la nostra attività negli Stati Uniti ha visto una crescita proficua guidata dalla richiesta dei viaggiatori per i nostri prodotti di alta qualità e le nostre connessioni internazionali. Tuttavia negli ultimi tre mesi abbiamo registrato una significativa perdita sulle prenotazioni di tutte le tratte sugli Usa».
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