Egitto, si può (e si deve)
fare di più per il turismo
Prezzi più alti del solito e gli arrivi internazionali di quest’anno ancora del 61% sotto i livelli pre Covid. Una crisi aggravata dalla guerra tra Russia e Ucraina, come testimoniato dall’Unwto. È la situazione del turismo in Egitto, destinazione cara al nostro mercato, che fatica a uscire dal pantano della pandemia, nonostante l’impegno di Astoi e dei tour operator, reduci da una missione organizzata in concomitanza con la riapertura dei flussi dall’Italia.
Volgendo lo sguardo indietro, riepiloga l’Ansa, il Paese dei faraoni ha ospitato 3,6 milioni di turisti nel 2020, un quarto di quelli ricevuti nel 2019. A conti fatti, l’emergenza sanitaria ha portato via 17 miliardi e mezzo di dollari, con una perdita di 844.000 posti di lavoro nel travel rispetto all’anno precedente. Oggi, invece, a causa del conflitto in est Europa, l’Egitto ha visto svanirte i visitatori dei mercati russo e ucraino, pari a circa terzo dei 10 milioni di visitatori del Paese.
E mentre in Italia manca ancora un rappresentate dell’Ente del Turismo Egiziano, posto ormai da tempo vacante, con parte dello staff dell’ufficio di Roma transitato illo tempore da via Barberini alla sede dell’Ambasciata a Villa Ada, al Cairo sembra essere ormai chiaro l’obiettivo: «L’Egitto merita di tornare nella mappa mondiale del turismo, per questo accenderemo una forte luce sul Paese», promette Amr El Kady, ceo dell’Egyptian Tourism Promotion Board.
Tra gli appuntamenti in agenda il Gate Travel Expo, in programma nella capitale egiziana dal 6 al 9 settembre, il cui obiettivo è attrarre oltre 10.000 visitatori e 200 imprese turistiche da 56 Paesi. La manifestazione, spiegano gli organizzatori, punta proprio a rilanciare il Paese dopo il forte rallentamento del turismo nell’era Covid. Evento a cui seguirà, nel mese di novembre a Sharm El Sheikh, l’atteso Onu Cop27 sul cambiamento climatico.
Ma, va detto, neanche in pandemia l’Egitto si è fermato: una delle principali kermesse organizzate lo scorso anno è stata la Parata dei Faraoni che ha visto 22 mummie reali sfilare per le strade del Cairo, viatico all’apertura anticipata del Gem, il Grand Egyptian Museum.
Il ministero delle Antichità egiziane, a cui ora fa capo il turismo, ha anche messo in mostra scoperte archeologiche come quella recente di 250 sarcofagi e di 150 statuette di bronzo a Saqqara. «Queste scoperte – ha sottolineato l’egittologo Zahi Hawass – sono molto importanti perché riportano il turismo culturale in Egitto. Il 2022 sarà ancora più importante per il settore», ha detto riferendosi al centesimo anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon il 4 novembre.
Tra gli altri comparti su cui punta l’Egitto per il suo rilancio turistico c’è anche lo sport, come spiega Ahmed Abdullah, capo esecutivo della Skydive Pharaohs che suggerisce «di ammirare le bellezze del Paese da un altro punto di vista». Il riferimento è in questo caso al paracadutismo in location emozionali come le piramidi di Giza, dle coste di El Alamein, Sharm El Sheikh e Marsa Alam.
Una cosa è certa: gli incentivi ai charter non sono bastati, è il momento per il governo egiziano di attuare azioni più decise per sostenere la sua preziosa travel industry e riportare il Paese agli antichi fasti turistici. Di cui l’Italia, più di altri mercati, ha vivida memoria.