by Gabriele Simmini | 11 Dicembre 2020 7:00
Il passeggero al centro, un’offerta modulabile e l’ambizione di competere sul mercato domestico pensando anche a una crescita internazionale. Dopo settimane di incertezze si alza finalmente il sipario su Ego Airways, nuova compagnia aerea italiana che ha dovuto cambiare in corsa il suo modello di business a causa della pandemia, ma non ha perso l’entusiasmo.
Una startup tutta italiana che esordisce con un Embraer 190 da 100 posti e una mappa di collegamenti da definire, ma che avrà i suoi primi punti fermi negli aeroporti di Firenze, Forlì e Catania. «A causa della crisi in atto abbiamo dovuto ripensare il progetto. Adesso stiamo partendo con i charter e speriamo di iniziare presto con i voli di linea sui tre aeroporti su rotte nazionali– annuncia in conferenza stampa il ceo Matteo Bonecchi – Aspettiamo che si stabilizzi la situazione nel Paese e che entro la primavera ci sia la ripresa auspicata. A quel punto accoglieremo altri due Embraer e potremmo pensare a investimenti su Malpensa e altre mete».
Ego Airways parte con un investimento di 4 milioni di euro e nasce come impresa lo scorso anno, frutto di una cordata di imprenditori guidata dalla società d’investimento O.c.p. Group (Officine Cooperatori Piacentini) che detiene il 60% delle azioni e che è rappresentata dal presidente della compagnia aerea, Marco Busca. La flotta, quindi, prevede a breve anche l’aggiunta di un secondo Embraer 190: i due aeromobili saranno posizionati all’aeroporto Ridolfi di Forlì e allo scalo Amerigo Vespucci di Firenze.
«Tra cinque anni vogliamo essere tra i maggiori rappresentanti internazionali dell’aviazione italiana, ora seguiamo la strategia dei piccoli passi», sottolinea il presidente Busca. Intanto però, il vettore svilupperà una rete point to point nazionale, arrivando successivamente a potenziare la rete di feederaggio da e per Milano Malpensa, «siamo già in colloquio con le principali compagnie aeree che operano sull’aeroporto», dichiara il direttore operativo, Edoardo Antonini.
Il modello Ego Airways prende spunto da esempi stranieri, «soprattuto JetBlue negli Usa», sottolinea Bonetti rimarcando come l’idea sia quella di personalizzare totalmente l’esperienza del cliente. Le tre classi di posti e non di servizio (Private, Lounge e Just Go rispettivamente con 12, 32 e 56 posti) sono intese come base per una vera e propria offerta à la carte che «permetterà di acquistare ancillary e servizi aggiuntivi: dall’auto privata agli alloggi, dai menù tipici fino alle esperienze e a pacchetti elaborati insieme a tour operator partner. L’obiettivo è operare seguendo le logiche dell’esclusività e inclusività che saranno leva per garantire la migliore esperienza possibile al cliente», ricorda la responsabile marketing e comunicazione, Denise Zatti.
L’obiettivo finale – espresso dal claim “Just be yourself, we’ll do the rest” – è quindi quello di tornare a valorizzare l’unicità del singolo ospite, le sue esigenze e bisogni. Per questo motivo il pricing, ancora tutto da svelare, non prevederà tariffe da low cost «ma non avremo pezzi inarrivabili. Piuttosto offriremo linee di prodotto appropriate, che possono essere competitive rispetto alle tratte ferroviarie. La modularità dell’offerta, poi, farà il resto», annuncia Marilena Bisio, responsabile commerciale del vettore.
La compagnia aerea, però, non è orientata esclusivamente al B2C e nasce invece con buoni propositi rispetto al trade. «Daremo molto spazio al rapporto con agenzie e tour operator con una area dedicata nel sito, una rete di commerciali già costituita, assistenza telefonica e assistenza gruppi – conclude Bisio – Per le agenzie di viaggi infine, abbiamo pensato a un meccanismo di premio con credito da accumulare per ogni prenotazione attraverso l’area riservata del sito. Credito che sarà stornato sulle prenotazioni successive. Saremo presenti anche in tutti i maggiori gds, su Expedia e le altre Ota e intanto aspettiamo il codice Iata per operare i voli di linea».
E il futuro? I vertici del vettore non si pongono limiti e pesano anche alle rotte estere, dalla Grecia alla Spagna, fino a Londra, Parigi Orly e Barcellona. Ma prima di tutto bisogna aspettare il 2021 e la tanto agognata ripartenza dell’industria turistica, con una strategia da piccoli passi.
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