Elezioni e turismo:
i programmi 2022 dei partiti
Turismo prima vittima dal Covid, si era detto. Batosta energetica e bolla d’autunno, si erano aggiunte. Di questi e altri mali in pochi sembrano essersene curati in queste settimane di euforia del mercato. Prezzi e tassi di riempimento dopati hanno illuso qualcuno – anche tra gli attuali ministri – che il turismo potesse “andare da sé”. Tanto da lasciare il settore ai margini dei programmi di partiti e coalizioni, confezionati in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
Ripercorriamoli a uno a uno, soffermandoci sui paragrafi – sovente smilzi – dedicati all’industria dei viaggi e dei trasporti.
PD E TURISMO LENTO. Nel programma del Partito Democratico, guidato da Enrico Letta, la parola turismo viene menzionata per la prima volta a pagina 18. “Vogliamo sostenere un Piano nazionale per il recupero e il rilancio dei borghi italiani contrastando lo spopolamento delle aree interne; esenzione fiscale totale per le attività commerciali nei piccoli comuni; riqualificazione in chiave sostenibile dell’edilizia rurale storica; potenziamento del Piano nazionale Grandi progetti beni culturali; promozione internazionale della Capitale italiana della Cultura”.
“Questo – prosegue il programma – permetterà di arricchire l’offerta di turismo culturale, la promozione di forme di turismo lento in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative, come nel caso dei treni storici a alta panoramicità. Rientra in questa logica anche il potenziamento dell’offerta culturale nelle periferie delle città metropolitane attraverso progetti di inclusione sociale, riequilibrio territoriale e tutela occupazionale e di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale attraverso le arti performative e le arti visive”. Progetti in cui riecheggiano i tormentoni di Dario Franceschini, ex ministro del Pd con delega al Turismo, e gli obiettivi del Pnrr, di per sé solo collaterale all’interno del programma.
Tra i pilastri di “Italia 2027”, al primo posto – alla stregua del recovery plan, appunto – ci sono, poi, lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica e digitale. Qui viene nuovamente menzionato il turismo: l’obiettivo è “far ripartire le Pmi con regole più snelle, accesso al credito semplificato, promozione territoriale”. Passaggio anche su infrastrutture, logistica e trasporti con l’impegno a rendere l’Italia più efficiente attraverso lo “sblocco dei cantieri, i controlli sulla manutenzione e l’innovazione nei processi di mobilitazione delle merci”.
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CINQUE STELLE E CULTURA. “Dalla parte del turismo”: si intitola così il paragrafo del programma del Movimento 5 Stelle dedicato al settore, che però, nella sostanza, devia sulla cultura. Il partito ora guidato dall’ex premier Giuseppe Conte punta all’istituzione di “una piattaforma per l’incontro tra i bisogni dei turisti e l’offerta del territorio italiano, utile – si legge – a incrementare la capacità di vendita di prodotti e servizi anche delle Pmi agricole e artigiane”. Un progetto che richiama il Tourism Digital Hub su cui è da tempo al lavoro l’attuale governo con l’Enit.
Nello stesso capitolo, l’auspicio di un “piano pubblico di assunzioni per superare il grave sottodimensionamento del ministero dei Beni culturali e delle istituzioni periferiche”, ma nessun accenna alla possibilità di riproporre un ministero del Turismo a sé stante. Per i 5 Stelle è prioritario, poi, porre un “freno alle esternalizzazioni e contrastare l’uso distorto del volontariato e dei lavoratori della cultura”. Infine, la volontà di introdurre “misure di protezione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano”.
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POTERE ALLO STATO PER CALENDA-RENZI. Più corposo il programma del duo Calenda-Renzi, alleati con i loro partiti Azione e Italia Viva. Prioritaria per loro è la crescita del Mezzogiorno con l’obiettivo di “aumentare la quota di turismo non balneare per garantire maggiore continuità” e solidità all’economia del Sud. In generale, si ricorda, “il turismo è stato uno dei settori maggiormente colpiti durante la pandemia. Dal 2019 al 2021, il suo contributo al Pil è diminuito di oltre il 16%”. Da qui l’obiettivo di rafforzare il settore nel breve e medio periodo.
Tra le mosse in programma: armonizzare l’offerta turistica nazionale restituendo potere allo Stato (al posto delle Regioni); ridurre la pressione fiscale in capo alle imprese del settore; investire sul turismo ferroviario; istituire un piano di gestione delle emergenze, in risposta a calamità naturali; potenziare la formazione turistica.
Un intero capitolo è dedicato anche ai trasporti per cui Calenda e Renzi puntano a completare le tratte ferroviarie ad Alta Velocità, a migliorarne la sicurezza e a sviluppare l’intermodalità per ridurre lo lo stress autostradale e nelle aree urbane, a investire nell’economia del mare.
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DESTRA E MADE IN ITALY. Orientato all’italianità il programma turismo del centrodestra, calderone che ingloba Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati. Un accordo quadro”che prevede l’introduzione dei voucher lavoro nel settore dei viaggi, oltre che nell’agricoltura. Tra le priorità per il settore: “Valorizzare la bellezza dell’Italia nella sua immagine riconosciuta nel mondo; tutela e promozione del Made in Italy, con riguardo alla tipicità delle eccellenze italiane; italiani all’estero come ambasciatori del Paese: promozione delle nostre eccellenze e della nostra cultura attraverso le comunità italiane nel mondo; costituzione di reti di impresa del comparto turistico, per la promozione e commercializzazione del settore, anche a livello internazionale”.
E ancora: “Sostegno alla presenza dell’Italia nei circuiti dei grandi eventi internazionali; tutela della nautica e delle imprese balneari; promozione del patrimonio culturale, artistico, archeologico, materiale e immateriale; valorizzazione e promozione di un’offerta turistica diversificata; supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura; contrasto all’esercizio abusivo delle professioni e delle attività del turismo e della cultura”.
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