Ivana Jelinic vuole la presidenza di Fiavet. E la sua forte determinazione traspare dal tono con il quale snocciola i punti dell’agenda di lavoro 2018-20 – dalla direttiva pacchetti Ue fino alla lotta all’abusivismo, passando per l’essenziale attività di lobbying (da intensificare) – che ha preparato in caso di eventuale elezione e che se dovesse concretizzarsi andrebbe a discapito dell’altro candidato: Ernesto Mazzi.
«Diciamo subito che il punto centrale sono le agenzie di viaggi, un fil rouge per tutti gli impegni che attendono la federazione – commenta Jelinic a L’Agenzia di Viaggi Magazine – Noi siamo nominati da colleghi e rappresentiamo tutti. Quindi, questo è il primo grande impegno sindacale di un organismo come Fiavet. Un pensiero dominante che deve seguire l’azione associativa in ogni ambito dove ci viene chiesto di intervenire, a partire dalla Direttiva pacchetti Ue, dove dobbiamo spendere tutte le nostre energie. Inoltre, dal momento in cui la vicenda è tutt’altro che chiusa, occorre continuare a lavorare per far valere le nostre ragioni».
Oltre la direttiva, poi, in cima alla lista degli impegni stilata da Jelenic, c’è Fogar, il fondo di garanzia che la federazione ha messo a disposizione dei propri associati: «Secondo me e i miei colleghi occorre ridurre la quota, perchè è un bisogno diffuso delle agenzie: il vincolo c’è ed è cogente, ma una riduzione significativa va nella direzione giusta e a sostegno della necessità di contenere i costi».
A seguire, la candidata alla presidenza di Fiavet parla di incoming, altra grande sfida per l’intermediazione: «In questo ambito assistiamo da tempo a uno squilibrio di trattamenti e interlocuzioni. Dico subito che non ci sono solo gli albergatori da ascoltare, ma numerose agenzie che operano da anni con successo in tutto il mondo e compiono un gran lavoro dando un contributo tangibile allo sviluppo ricettivo del Paese, soprattutto sul territorio, con un presidio e una presenza di alta professionalità».
E sulle attività di lobbying e le relazioni istituzionali, Ivana Jelenic non ha dubbi: «Dobbiamo lavorare affinchè la categoria conti di più, a tutti i livelli e su tutti i tavoli che contano. Bisogna sviluppare una tutela del canale agenziale a livello nazionale. Un esempio? Sappiamo bene che in alcuni territori le agenzie non vengono nemmeno contemplate nei bandi che riguardano lo sviluppo turistico territoriale e si tratta di una grave manchevolezza oltreché di un errore strategico. Ancora, è bene far capire ai referenti istituzionali che le imprese di viaggi sono parte integrante della filiera del turismo organizzato e va rispettato il loro lavoro così come gli investimenti che si fanno in vari ambiti, primo fra tutti quello in formazione». E a tal proposito, Jelenic cita orgogliosamente la presenza nella sua lista di Piero Di Renzo, che proviene da una lunga esperienza di docenza.
Altro tema caldo è quello della lotta all’abusivismo: «È un argomento molto delicato e sentito dalla categoria: è arrivato il momento di agire con determinazione. Al di là dei discorsi sull’evasione fiscale, del sommerso, c’è una emergenza di sicurezza e di garanzie soprattutto in certi delicatissimi ambiti come quello, ad esempio, del turismo scolastico dove il consumer è quasi sempre un minore. Ebbene sono dell’idea che occorre giungere a dei protocolli d’intesa con le forze dell’ordine per esigere severi controlli a partire dall’anagrafica dei fornitori per finire con la valutazione dei preventivi. Sapere di poter contare su referenti come la Polstrada, aiuta molto il lavoro delle adv», chiude Jelenic, convinta anche dell’importanza della comunicazione, con gli agenti che devono consolidare il proprio ruolo di interlocutore anche dei media nazionali per tutto ciò che attiene il turismo organizzato.