by Redazione | 24 Gennaio 2022 11:17
«I licenziamenti sono già partiti». Lo conferma Nicola Scolamacchia, vice presidente vicario di Assohotel Confesercenti, che ribadisce come nei primi venti giorni del 2022 si è venuti a conoscenza diretta «di oltre 300 casi di dipendenti degli alberghi italiani che hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Un vero e proprio dramma sociale per un settore in profonda crisi a causa dell’emergenza Covid».
«Le imprese del comparto alberghiero stanno cercando in tutti i modi di tenere personale prezioso per garantire servizi di qualità, aspettando provvedimenti da parte del governo. Purtroppo non è arrivata la proroga della Cassa Covid-19[1] – prosegue Scolamacchia – E le misure proposte sul fronte degli ammortizzatori sociali sono assolutamente insufficienti per arginare la crisi che sta nuovamente travolgendo l’intero sistema ricettivo. Chi ha licenziato non ha avuto alternative, tra la ripartenza dei mutui, la pressione delle banche e le stanze vuote».
Il licenziamento è un ultimo atto da cui non si torna indietro, conferma il vice presidente vicario di Assohotel Confesercenti: «Le imprese sono costrette a chiudere i rapporti lavorativi con personale formato e qualificato, destrutturando ulteriormente il settore e minandone la capacità di ripartenza. Gli albergatori che resistono devono continuare a fare i conti con scadenze e imposte, come il pagamento del Canone Rai previsto per fine gennaio e l’Imu, sulle quali non si è intervenuto in alcun modo».
Bene il credito d’imposta per le locazioni, conclude Scolamacchia, «ma il bicchiere non ci sembra quello mezzo pieno annunciato[2] dal ministro del Turismo Garavaglia. I licenziamenti non potranno che proseguire, così si spinge il settore verso una crisi industriale che evidentemente non viene percepita nella sua gravità. Ci appelliamo al governo e al Parlamento: è necessario intervenire con più vigore, con misure che consentano di limitare i danni enormi subiti e quantomeno di traghettare le imprese lungo questa nuova fase critica».
Sulla crisi degli hotel, in particolare quelli di Roma, avevamo scritto la scorsa settimana nell’articolo “Dallo Sheraton al Cicerone, gli hotel di Roma licenziano[3]”.
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