Enac: «Aeroporti a rischio numero chiuso»
Trasporto aereo a rischio numero chiuso da qui al 2030. Sempre che il sistema Italia non metta in atto un indispensabile adeguamento infrastrutturale degli scali. È l’allarme lanciato da Vito Riggio, presidente dell’Enac, nel corso del 20esimo anniversario del rapporto dell’Ente nazionale di aviazione civile: «A fronte di un traffico aereo che da 4 miliardi passerà a 8 miliardi di passeggeri nei prossimi anni, il sistema aeroportuale italiano dovrà rispondere a questa crescente domanda con strutture aeroportuali adeguate. Penso alle polemiche intorno al progetto di Fiumicino Nord, bocciato da alcune parti come foriero di speculazioni. Ma è bene chiarire che questo significherebbe porre al Leonardo da Vinci un tetto-limite di 55 milioni di passeggeri l’anno, oltre il quale non si potrebbe più andare. Sarebbe una scelta sciagurata».
Di certo non si potrà ipotizzare un flusso di 100 milioni di passeggeri, che è la proiezione prevista su Roma entro il 2030. Basti pensare a come si stanno adeguando grossi competitor come Istanbul che avrà un aeroporto con con un numero di loading bridge (ponti d’imbarco), quasi pari a quelli complessivi attualmente operativi in tutti gli aeroporti italiani.
E sulla crescita in atto nel settore, i dati illustrati dal direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, sono emblematici: «Abbiamo chiuso lo scorso anno con 174,6 milioni di passeggeri, pari al +6,2%, e sono stati fatti investimenti per 491 milioni di euro, di cui 460 milioni con autofinanziamento e 31 milioni con finanziamenti pubblici». Se è vero, quindi, che il comparto ha una forte capacità di crescita e di investimenti globale, in Italia questo aumento è accentuato, visto che nel 2017, sul totale delle compagnie aeree operanti nel nostro Paese, oltre 100 non appartengono alla comunità europea. «In questa evoluzione l’Enac farà la sua parte sempre tenendo dritta la barra su sicurezza, sostenibilità e diritti dei passeggeri», ha ribadito Quaranta.