Enac alla Camera: “Sì agli aiuti alle low cost, ma favoriamo l’Italia”
Pieno consenso dell’Ente nazionale per l’aviazione civile all’esistenza di incentivi pubblici, contributi e sussidi a favore dei vettori – anche se stranieri e low cost – che attivino collegamenti negli scali di regioni poco sviluppate, purché si favorisca nel contempo il consolidamento del network nazionale. È la posizione dei vertici Enac – nelle persone del presidente Pierluigi Di Palma e del direttore generale Alessio Quaranta – espressa ieri nel corso dell’audizione in Commissione Trasporti alla Camera. Sul piatto l’esame della risoluzione “Rosso 7-00800” sul trasporto aereo che intende riformare i diritti aeroportuali e gli incentivi pubblici destinati ai vettori per favorire lo sviluppo delle regioni svantaggiate.
«Guardiamo con favore – ha detto Di Palma – al sistema di aiuti, contributi e oneri di servizio pubblico purché queste misure favoriscano anche la ricostruzione del network del nostro Paese. Abbiamo certificato che, rispetto ad altri Paesi europei, esiste un deficit operativo nella nostra offerta aerea domestica, rispetto ai molti collegamenti attivati di recente tra le città italiane e diverse località europee. Siamo d’accordo che questa risoluzione, così come le nuove linee guida per il Piano nazionale aeroporti (Pna), contengano azioni tese a favorire i singoli scali, con aiuti nei confronti di vettori che garantiscano traffici point-to-point, ma occorre introdurre contestualmente misure per ricostruire il network nazionale, incentivando anche quegli sviluppi prospettati nel Pnrr».
In tale ottica, ha evidenziato Di Palma, «il Pna sarà elemento di programmazione fino al 2035-2040 e rappresenterà il primo capitolo di un più ambizioso Piano nazionale dei trasporti, che dovrà contenere lo sviluppo dell’intermodalità ferro-aria, ma anche aria-aria. Così come vediamo positivamente lo strumento degli oneri di servizio pubblico, da inserire come declinazione nel Pna, perché garantiscono una offerta da parte di vettori primari. Purtroppo da tempo assistiamo a bandi di gara che vanno deserti e con partecipazioni di vettori secondari».
Per Di Palma, dunque, un risoluzione soddisfacente porterebbe benefici anche alla compagnia di bandiera, Ita Airways, che lo Stato – ha specificato il presidente Enac – ha già supportato con 3 miliardi di euro.
Sul “come” combinare gli interessi dei vettori con quello dei territori e del network nazionale è intervenuto il dg Quaranta, che ha sottolineato:«Si potrebbe inserire una sorta di obbligatorietà. Ovvero, laddove si tratta di finanziare lo sviluppo di una rotta che favorisce due Paesi, stabilire l’inclusione di un altro aeroporto nazionale che potrebbe trarre benefici. Una strada percorribile perché in Italia abbiamo una rete con una riserva di capacità che ci consentirebbe uno sviluppo molto articolato e competitivo rispetto ad altri Paesi europei».
«Tra l’altro – ha ricordato Quaranta – bisogna considerare anche lo scenario futuro: da qui al 2040 si prevede il raddoppio dei voli rispetto a quelli operati in Europa nel 2019. Ci vogliono interventi importanti, sia a livello infrastrutturale, che di servizio, per supportare questa crescita. Noi in Italia abbiamo una rete aeroportuale talmente capillare che già ci pone in buona posizione per accogliere i futuri flussi di traffico aereo. Dovremo solo ammodernare infrastrutture che già esistono. Così potremo orientare meglio i flussi di traffico secondario e portare turisti sia nella destinazione principale, “base” del soggiorno, che in un un’altra meta da visitare».