«L’Italia è il Paese che ha più cose nel turismo, ma fa meno cose per valorizzarlo». È questo il gap da superare secondo Gianni Bastianelli, direttore esecutivo dell’Enit, intervenuto a Fermo per la presentazione della Made in Marche Gallery ideata da Tipicità. Il segreto per avere successo nel turismo? «Stare insieme e saper raccontare i territori», dichiara il manager durante l’inaugurazione della mostra – in programma fino al 31 agosto alle Cisterne romane – che propone al visitatore fashion di alta gamma, opere di artisti marchigiani, cibi e vini locali, manualità che diventa arte.
«Avere tante attrattive come l’Italia e non raccontarle non produce risultati – prosegue Bastianelli – Studiando i flussi in entrata, sappiamo che in queste zone circa l’80% delle presenze proviene dai territori limitrofi. In questo quadro sono fondamentali i repeater».
Da parte sua Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, dichiara: «Oggi nel nostro territorio la sfida è quella di rispondere alle conseguenze del sisma. Mettersi in rete è la risposta giusta. Nella Made in Marche Gallery troviamo gran parte delle espressioni che la nostra regione è in grado di offrire».
Made in Marche Gallery, ricorda Angelo Serri, direttore di Tipicità, «si propone come hub del più ampio Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi sviluppato insieme all’Anci in occasione di Expo 2015 e destinato a proiettarci in direzione di Dubai 2020».
«Se non ci appassioniamo alle tante risorse che abbiamo, diventa difficile promuoverle. Con Tipicità abbiamo voluto superare questo limite culturale presentando, in contesti nazionali e internazionali, tutte le attrattive insieme e stimolare un virtuoso passa parola planetario», aggiunge Graziano Di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo.
Gli fa eco Francesco Adornato, Rettore dell’Università di Macerata: «Il tavolo di lavoro che si è creato intorno a Tipicità e al Grand tour delle Marche è la dimostrazione di come, nel segno dell’orizzontalità dei rapporti, un territorio fa squadra e cavalca le dinamiche della globalizzazione proprio per valorizzare le identità e le pluralità».