«Flavio Briatore possibile presidente Enit? Magari. È un signore che nel business ha fatto e fa cose straordinarie. Nel mondo è tra i più conosciuti e a noi serve gente che ci metta la faccia». È così che Ivana Jelinic, amministratore delegato dell’Agenzia nazionale del turismo, commenta la possibile nomina del noto imprenditore di Verzuolo alla presidenza dell’Enit, durante la convention Obiettivo X di Ota Viaggi che in queste ore ha riunito oltre 250 agenzie e una ventina di aziende partner in Sicilia, al CdsHotels Terrasini – Città del Mare.
Briatore, così come riportato da Il Foglio, avrebbe ricevuto l’offerta per il nuovo incarico dalla sua ex socia del Twiga di Forte dei Marmi, il ministro del Turismo Daniela Santanchè: l’obiettivo è quello di inserirlo a capo dell’Enit come ambasciatore del made in Italy nel mondo; sarebbe un ulteriore tassello della fase di trasformazione intrapresa dall’ente che si prepara a diventare Spa, interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e con un capitale sociale iniziale di 10 milioni di euro. «Attendiamo il decreto ministeriale per stabilire poi la mission definitiva», spiega Jelinic.
IL CASSETTO DELLE PRIORITÀ
Parte del notevole cambio di passo dell’Enit anche la nuova campagna “Italia Open to Meraviglia”, che vede la Venere di Botticelli in versione influencer e declinata in tutto il mondo in virtù di un budget pari a 9 milioni di euro: «Continueremo a puntare molto sulla comunicazione anche grazie a chi per noi si occupa di mediazione culturale con l’estero, ampliando e differenziando sempre di più i mercati – aggiunge l’ad – L’obiettivo è quello di lavorare su più territori possibili per dare poi agli operatori la possibilità di fare focus laddove è necessario».
Ivana Jelinic conferma anche l’apertura di nuove sedi all’estero, che si aggiungeranno alle attuali 26 di cui nove in Europa: «Sono diversi i mercati emergenti da presidiare e sarà sicuramente decisivo conquistare appeal tra le fasce di alto e altissimo livello, che sono quelle capaci di trainare l’intero comparto – racconta – C’è attenzione su tutta la parte del Golfo arabico, l’India, il Vietnam e i Paesi intorno alla Russia».
All’Italia è richiesto di fare sistema: «Dobbiamo puntare sulla sinergia – afferma l’ad – La prima scelta dei viaggiatori non è sul Paese ma sul continente. Il cinese oggi sceglie prima se andare in Asia o in Europa, poi semmai l’Italia. Da un lato giochiamo come nazione, dall’altro come Europa. Quanto ai grandi eventi, li considero di assoluta importanza. Per la candidatura di Roma a Expo 2030, dobbiamo condurre il giusto dialogo con gli altri Paesi spingendo anche sul valore dei turisti italiani all’estero».