by Giorgio Maggi | 16 Maggio 2019 7:00
C’è sempre più Italia nelle vacanze dei cinesi. Dopo aver raggiunto il primato tra i Paesi europei (l’Italia è al primo posto, dietro solo alla Russia, con 3,1 milioni di arrivi di turisti cinesi, e più di 5 milioni di pernottamenti, nel 2018), lo Stivale punta a fare ancora meglio e lancia l’Anno della Cultura Italia-Cina per il 2020.
«Entro un paio d’anni ci aspettiamo di realizzare un ulteriore più 12% in termini di arrivi e pernottamenti, facendo scoprire ai cinese non solo i prodotti oggi più gettonati, ma anche l’Italia meno conosciuta, da esplorare magari attraverso il turismo enogastronomico e gli itinerari legati ai siti Patrimonio dell’Umanità», dice dal palco dell’Itb China[1] il neo presidente dell’Enit Giorgio Palmucci.
L’obiettivo, ancora una volta, è spostare i flussi dalle città d’arte, dove Milano la fa da padrone grazie a shopping e moda, con il 30% degli arrivi dal Paese del Dragone, seguita da Roma (27%), Venezia e Firenze. Ecco allora che gli sforzi saranno concentrati sulle aree ad alto potenziale, ma rimaste ancora in ombra rispetto ai grandi numeri, primo fra tutti il sud Italia e, in primo luogo, Matera, Capitale della Cultura europea nel 2019.
Tutto, mentre le prenotazioni per il 2019 registrano già un incremento di oltre il 20%, con città di partenza “nuove” come Guangzhou e Chengdu, che si affiancano alle più tradizionale Pechino e Shanghai.
Ancora top secret, invece, gli appuntamenti per il 2020. «Stiamo lavorando per mettere in calendario un fitto programma di eventi e iniziative per celebrare i legami culturali tra Italia e Cina», prosegue l’ex manager di Club Med e Th Resorts.
Gli ultimi mesi, invece, hanno visto il lancio di una strategia di marketing per rafforzare la brand awareness del tricolore su WeChat. E non solo: «Abbiamo iniziato a collaborare, poi con la piattaforma Taobao di Alibaba e abbiamo stretto una partnership con Ctrip. Tutto per intercettare target definiti come i Millennial, oltre a famiglie e gruppi intergenerazionali».
Altro aspetto da migliorare, la spesa media giornaliera dei turisti cinesi una volta giunti nella penisola, adesso ferma a 176 euro. Per farlo, secondo la direttrice marketing e promozione dell’Agenzia Maria Elena Rossi, serve una strategia basta sulla crescita del valore. «Quando si tratta di segmentare il mercato cinese, non dobbiamo pensare solo ai viaggiatori high spender, o al budget come loro unico driver. I concetti a cui richiamarsi sono altri, e vanno tutti nella direzione delle esperienze e delle motivazioni di viaggio, tutti aspetti di cui l’offerta turistica italiana è così ricca. Come dimostra, ad esempio, il fatto che proprio il 2019 è stato dichiarato Anno del Turismo Lento».
All’interno dello stand Enit di Itb China, sono presenti regioni come Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Puglia e Veneto, per un totale di oltre 60 espositori compresi gli aeroporti di Roma, Milano, Venezia e Firenze.
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