by Andrea Lovelock | 6 Aprile 2023 20:35
Detto, fatto. Il Consiglio dei ministri ha approvato l’evoluzione di Enit in società per azioni partecipata dal ministero delle Finanze c controllata da quello del Turismo, oggi guidato da Daniela Santanchè.
È lei a dare notizia del via libera di Palazzo Chigi, che così conferma le anticipazioni delle scorse ore[1].
«Sono molto soddisfatta del provvedimento passato oggi in Cdm – dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia – Serviva un’operazione drastica che rendesse più efficiente e razionale l’attività di supporto svolta da Enit. La soppressione dell’ente e la sua costituzione in società in house segnerà un cambio di passo: Enit sarà più dinamica e finalmente in grado di adempiere al suo scopo, che è quello di essere il braccio operativo nell’attuazione delle politiche di promozione del made in Italy».
«Insieme alla collaborazione e al lavoro che stiamo conducendo con le Regioni – aggiunge – arriveremo finalmente a presentarci al mondo come Italia; questo è il concetto che negli anni è mancato, e su cui mi batto da quando sono diventata ministro: ovvero la promozione dell’Italia tutta, Italia come brand».
Dei suoi progetti per l’Enit, ma anche del Piano Strategico per il turismo 2023/27[2], dell’utilizzo dei fondi Pnrr e del rilancio di Italia.it aveva parlato solo poche ore fa Santanchè nella sua audizione presso le Commissioni permanenti congiunte IX del Senato e X della Camera.
«Molto presto – ha annunciato la responsabile di via di Villa Ada – verrà calendarizzato in sede parlamentare l’atto di governo relativo al Piano strategico, che ha già ottenuto l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni. E posso anticipare che esso contiene una visione per il turismo 2023-2027 post pandemico con obiettivi strategici e traguardi che, per i prossimi cinque anni, miglioreranno la qualità e le capacità complessive dell’industria turistica secondo una declinazione sostenibile, come suggerito dalle linee guida dell’Unione europea e internazionali, rispetto alle quali il documento italiano si pone in un rapporto di continuità. Rappresenta, quindi, un cambio di visione del settore del turismo che passa dal concetto di sola valorizzazione a quello ben più complesso e di medio periodo della programmazione strategica dell’industria del turismo, posto come vero e proprio ecosistema industriale».
Dopo aver illustrato lo stato di salute del nostro turismo con i dati Bankitalia sugli arrivi internazionali nel biennio 2021-22 che hanno generato 42 miliardi di euro, di cui 24 miliardi solo dai paesi Ue, il ministro si è soffermato sulle tendenze in atto nel mercato mondiale, evidenziando alcune peculiarità nell’evoluzione delle domanda turistica: prima fra tutte un aumento significativo del numero di viaggiatori senior con esigenze particolari e preferenze di viaggio e, nel contempo, l’affacciarsi prepotente delle nuove generazioni, esperte di tecnologia, che diventeranno consumatori sempre più dominanti. Altri segnali riguardano la crescita del turismo responsabile, l’affermarsi di tecnologie abilitanti come la realtà virtuale e aumentata, capace di rendere i viaggi più efficienti, e una crescente richiesta di esperienze di vacanza più autentiche e slow.
Santanchè si è poi soffermata sui cambiamenti in atto anche nei viaggi d’affari, sottolineando che «a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, il segmento del business travel è mutato perché si è modificato il modo di lavorare in Europa e nel resto del mondo. Registriamo comunque – ha fatto sapere Santanchè – la ripresa dei viaggi d’affari, anche grazie alle fiere, settore strategico per il turismo perché ci aiutano anche a risolvere il problema della destagionalizzazione. Mentre l’affermazione del telelavoro, da qualsiasi luogo, può determinare una nuova tipologia di domanda, che combina viaggi di lavoro e personali, e pretende una buona connettività internet delle destinazioni e degli alloggi. Emerge poi il fenomeno dei nomadi digitali, per cui vanno messe a terra iniziative per accoglierli».
Ma la parte più consistente dell’audizione del ministro ha riguardato, come era prevedibile, lo stato dell’arte dei fondi Pnrr per il turismo e in tale ambito Santanchè ha posto l’accento sul fatto che il ministero del Turismo ha raggiunto tutti gli obiettivi programmati ed entro le scadenze previste[3].
«Le risorse stanziate – ha ricapitolato il ministro – sono state canalizzate verso sette ambiti di intervento. Il primo è relativo al Tourism Digital Hub, ovvero la il nuovo Italia.it, in relazione al quale sono stati stanziati 114 milioni di euro, allo scopo di realizzare una piattaforma che consenta il collegamento dell’intero ecosistema turistico per valorizzare, integrare, favorire l’offerta. Nel mese di maggio sarà conclusa, anche se è uno strumento che sarà in continuo aggiornamento, ma la cosa più importante è che Italia.it passerà da sito vetrina a vero e proprio strumento operativo. Allo stato attuale, il ministero del Turismo è impegnato nell’implementazione del portale, anche attraverso il coinvolgimento di partner esterni per la predisposizione di nuovi contenuti e l’attivazione dei servizi. Entro il 30 giugno 2024 dovranno essere coinvolti 20.000 operatori turistici nell’hub del turismo digitale».
La seconda area di intervento Pnrr illustrata da Santanchè è lo strumento del tax credit, per il quale sono stati stanziati 598 milioni di euro volti a riqualificare le strutture ricettive attraverso il credito d’imposta, appunto. Entro il 31 dicembre 2025 dovranno beneficiare di tale agevolazione per infrastrutture e/o servizi 3.500 imprese turistiche.
Terzo ambito: il Fondo tematico del Turismo, gestito dalla Bei e operato tramite intermediari finanziari, con una dotazione di 500 milioni di euro per lo sviluppo delle imprese turistiche. Allo stato attuale, sono attive le piattaforme di ricezione dei progetti per due intermediari e a breve sarà avviata l’operatività del terzo. Entro il 31 dicembre 2025 dovranno essere sostenuti 150 progetti turistici.
Il quarto settore di intervento illustrato da Santanchè riguarda il Fondo di garanzia per le Pmi, per il quale vi è stato uno stanziamento di 358 milioni di euro. Il Fondo ha lo scopo di sostenere le piccole e medie imprese del comparto turistico mediante meccanismi di agevolazione per l’accesso al credito e investimenti di media dimensione, con una riserva del 50% per gli investimenti green. Entro il 31 dicembre 2025 dovranno essere sostenute, tramite tale strumento, 11.800 imprese turistiche.
Per la quinta area di intervento, il Fondo rotativo imprese, sono stati stanziati 180 milioni di euro con la finalità di provvedere al sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo, prevedendo una Sezione speciale del Fondo Rotativo per l’Innovazione, volta ad agevolare l’accesso al credito e gli investimenti di media dimensione (da 500mila euro a 10 milioni). «Insieme alle risorse messe a disposizione da Cdp e dal sistema bancario – ha precisato il ministro – l’ammontare messo a disposizione per le imprese tra fondo perduto e tassi agevolati è stato pari a 1 milardo e 380 milioni di euro e la relativa piattaforma è attiva dal 1° marzo. Poi, attraverso una apposita delibera Cipess, il ministero del Turismo aggiungerà in tre anni ulteriori 100 milioni di euro».
Con riferimento alla sesta area dei fondi Pnrr, sono stati stanziati 150 milioni di euro per il Fondo Nazionale del Turismo, gestito da Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Sgr, allo scopo di valorizzare e tutelare il patrimonio ricettivo.
Da ultimo, sono stati stanziati 500 milioni di euro per il progetto “Caput Mundi – Next Generation Eu per grandi eventi turistici” per la valorizzazione del patrimonio turistico e culturale di Roma, anche in vista del Giubileo del 2025. E sulla base di accordi firmati da parte del Commissario straordinario di governo con i 10 soggetti attuatori e successivo dpcm del 15 dicembre 2022, sono stati individuati 335 interventi corrispondenti a 287 siti.
«A conti fatti – ha concluso Santanchè – con le risorse del Pnrr ( e non solo), procediamo spediti: in questi pochi mesi siamo riusciti a far rientrare le misure dedicate al turismo nella fase dell’attuazione, a mettere a fuoco le criticità derivanti da come sono state disegnate alcune misure e ad affrontarle a viso aperto».
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