Enit, Venere è costata “solo” 138mila euro. Prima trasferta a Dubai
Prima trasferta per la Venere-influencer, discussa testimonial del ministero del Turismo nella campagna “Italia Open to Meraviglia”. L’iconica immagine, resa pop dai creativi dell’agenzia Armando Testa, sarà infatti all’Arabian Travel Market di Dubai dal 1° al 4 maggio: qui, in oltre 500 metri quadrati, verrà esportata l’eccellenza dell’italianità che, a livello digital, fa leva su Italia.it e sulla nuova immagine della bandiera italiana a forma di finestra spalancata sul mondo.
E mentre Venere si appresta al suo primo viaggio negli Emirati, il nostro giornale smorza le polemiche sulla “campagna strapagata” nell’editoriale a firma del direttore Roberta Rianna dal titolo “Venere-influencer e i cazzotti (per ora) immeritati”. Al suo interno una notizia su tutte: l’agenzia pubblicitaria guidata oggi da Marco Testa è stata pagata “solo” 138mila euro per realizzare il progetto commissionato dal ministro del Turismo Daniela Santanchè.
Gli “urlati” 9 milioni di euro sono il budget totale per declinare l’azione di marketing nei punti nevralgici e nei vari mercati-chiavi individuati dal Mitur e dal suo braccio operativo Enit. Quasi metà del tesoretto sarà investito nei principali hub aeroportuali e ferroviari internazionali, in particolare quelli d’Europa, Usa, Centro e Sudamerica, Cina, India, Sud-Est Asiatico e Australia. La presenza di un QR code localizzato per Paese, permetterà un forte richiamo a Italia.it. Circa 4 milioni, poi, saranno investiti sull’ecosistema digitale con azioni crossmediali sempre al fine di sviluppare traffico sul portale Italia.it.
«La campagna vuole essere valido supporto alla strategia di promozione dell’Italia nel mondo, ma anche un sostegno alle imprese del settore che possono contare su una visibilità del Belpaese a livello internazionale. Si è voluto racchiudere in una sintesi iconica tutto il valore dell’Italia da esportare con un messaggio che non è transitorio, ma che può divenire universale e riproposto nel tempo», è il commento di Ivana Jelinic, presidente e ceo di Enit.