by Roberta Moncada | 6 Agosto 2021 13:04
Nemmeno la muraglia sanitaria con cui la Cina ha gestito e prevenuto nuove ondate di Covid 19 nell’ultimo anno è riuscita a tenere lontana la variante Delta dal Paese. In tutto sono ormai 14 le province cinesi “contaminate” dall’ultimo focolaio scoppiato nel Paese, originato dalla città di Nanchino. E il turismo interno, che era pronto per la stagione estiva, già trema.
Circa 300 i nuovi casi su tutto il territorio nazionale (il bilancio più alto dal 30 gennaio) – numeri minimi per i nostri standard – ma l’allerta è già massima. Per proteggere il cuore politico del Paese – Pechino – le autorità hanno cancellato treni, voli e bus in arrivo dalle zone più colpite. E poi lockdown mirati in diverse città, e tamponi a tappeto, come da prassi. Almeno 46 città hanno sconsigliato ai residenti gli spostamenti non indispensabili, con tutto il copione di prenotazioni cancellate e rimborsi emessi perché, anche dove non ci sono restrizioni di viaggio, molte persone evitano comunque di mettersi in viaggio.
Ma a prescindere da come verranno gestiti questi focolai, è impossibile non notare come il mercato turistico cinese si sia evoluto, e come per certi versi sia cresciuto in quasi due anni di pandemia.
Innanzitutto per i numeri: al contrario di quanto succede in Europa, il turismo interno, anche interprovinciale, è in costante crescita. Un report di luglio della prestigiosa China Tourism Academy (Cta), ad esempio, ha confermato che nella prima metà del 2021 ci sono stati 2,36 miliardi di viaggi domestici, in aumento del 153% rispetto allo stesso periodo del 2020. Le entrate del turismo domestico si sono attestate a circa 1,95 trilioni di yuan (301 miliardi di dollari), in aumento del 208% anno su anno. Cifre non ancora ai livelli del 2019, ma che hanno recuperato circa il 70% dei volumi pre pandemia.
Sia i turisti che gli imprenditori hanno mostrato una forte fiducia. Sempre secondo il Cta, l‘83,6% dei residenti intervistati è disposto a viaggiare nel terzo trimestre del 2021, quasi pari al livello prima del Covid-19, e il 78% degli imprenditori delle aziende intervistati ha fiducia nel mercato del turismo nella seconda metà del 2021.
E se non fosse arrivata la variante Delta a frenare gli entusiasmi dei turisti cinesi, la fiducia si sarebbe con ogni probabilità già tradotta in numeri.
Lo dimostrano i dati del colosso delle Ota cinesi Trip.com, secondo cui le prenotazioni di tour per gruppi privati tra il 1° luglio e il 31 agosto – prima dello scoppio dei focolai – avevano visto una crescita del 169% rispetto allo stesso periodo del 2019. La preferenza dei cinesi per gruppi sempre più piccoli, per gruppi privati o viaggi familiari, è ormai un dato assodato da molti mesi. Il 59% delle prenotazioni di voli per l’estate sulla piattaforma riguardava infatti famiglie con bambini. Oltre il 50% di queste, sono madri che viaggiano da sole con i propri figli.
Per Trip. com crescono però anche le prenotazioni per i tour di gruppo organizzati: un +10% tra il 1 luglio e il 31 agosto.
Molto attivi giovani e studenti, che hanno mostrato una forte propensione a spostarsi, con una spesa media di 2.500 yuan (385 dollari) a persona per un viaggio: un aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
I NUOVI TREND. Un mercato in costante evoluzione, quindi. E anche se in questo momento il mercato cinese sembra imperscrutabile, lontanissimo, e completamente fermo, al livello interno sono tanti i nuovi trend che lo riguardano, e che con ogni probabilità si rifletteranno anche quando i cinesi torneranno a viaggiare all’estero.
Un report di Airbnb Cina di giugno 2021, basato su un sondaggio su 1.500 viaggiatori cinesi di età compresa tra 18 e 50 anni, conferma ancora una volta delle tendenze che erano emerse nei mesi scorsi, ed ha evidenziato innanzitutto l’ascesa della Gen-Z ( i nati tra il 1995 e il 2010) come principale traino dei viaggi e dei consumi in generale.
La presenza di brand come Marriot e Hilton su social come Doouyin (il Tik Tok cinese), dimostra quanto sia importante per i brand attrarre questa fascia, soprattutto per la loro concezione del viaggio. «I giovani cinesi viaggiano per esplorare nuove destinazioni e conoscere culture diverse. Vedono il viaggio come un’opportunità per approfondire i legami con i loro amici e la loro famiglia», ha affermato Wendy Huang, direttore commerciale di Hilton GCM (Greater China and Mongolia) in un’intervista a China Travel News. Nativi digitali, i giovani clienti cinesi si affidano alla comodità e all’efficienza offerte dalla digitalizzazione per migliorare la loro esperienza di viaggio.
E ancora, dal report emergono alcune parole chiave, scelte dagli intervistati, che definiscono le priorità nella programmazione del viaggio: “Personalizzato” è stato scelto dal 70% degli intervistati, “Piccolo gruppo” è stato scelto dal 68% degli intervistati, con una netta preferenza per le destinazioni fuori dai sentieri battuti. La “sicurezza” è una priorità per il 75%, ed è più importante del “prezzo”.
Quanto alla tipologia di viaggio, ben il 71% ha dichiarato desiderare un viaggio a contatto con la natura, il che spiega la popolarità di destinazioni rurali come Lijiang e Dali.
Molto importanti anche la cultura e la cucina tipica, selezionati da più del 65% degli intervistati.
Tra chi viaggia in famiglia, parchi tematici, musei, turismo rurale sono molto popolari, ma anche il “turismo rosso” nei luoghi del centenario del Partito Comunista.
Come conferma anche un recentissimo report della popolare Ota Mafengwo insieme a Cta, è in costante crescita il turismo sportivo, soprattutto per i giovani e i giovanissimi. Le attività sportive più popolari per i viaggiatori in Cina sono arrampicata su roccia, ciclismo, canottaggio e surf.
In ascesa, soprattutto grazie agli imminenti Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022, l’interesse per gli sport invernali e tutto il turismo connesso. Elemento che potrebbe essere un grande aiuto per promuovere la destinazione Italia nel mercato cinese, soprattutto in vista del passaggio di testimone con Milano-Cortina 2026.
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