È tornato pienamente operativo solo alle 22 di ieri l’aeroporto di Catania, chiuso per l’eruzione dell’Etna. Lo scalo, su disposizione dell’Unita di crisi, era stato riaperto alle 18, ma solo per i voli in partenza. Poi dalle 20 spazio anche agli arrivi, ma con una restrizione di quattro movimenti ogni ora.
“In stretta collaborazione con le compagnie aeree e tutti gli attori coinvolti nelle operazioni di scalo – ha fatto sapere Sac, la società di gestione del “Vincenzo Bellini” – confidiamo nel ripristino di tutti i servizi e dei regolari collegamenti aerei nel più breve tempo possibile”.
Cenere e boati vulcanici – il quarto parossismo in 19 giorni dal 4 luglio – avevano provocato la chiusura dei settori B2 e B3 e la sospensione di tutti i voli in arrivo e in partenza, generando caos nei collegamenti e disagi per i passeggeri.
La chiusura dello scalo ha provocato il dirottamento di alcuni voli al Falcone Borsellino di Palermo e di un altro aereo da Londra di Ryanair a Trapani. A Comiso dirottato il Danish Air da Lampedusa.
Con l’aeroporto off limits, affollati gli spazi per l’attesa e lunghe code ai banconi dei check-in alla ricerca di assistenza e di riprotezione. I disagi per i passeggeri sono stati notevoli anche se legati a cause naturali. ItaliaRimborso ricorda che, “il vettore aereo non è responsabile del disservizio. Non è quindi di sua competenza la compensazione pecuniaria ai passeggeri, al contrario invece delle spese extra sostenute dal viaggiatore per raggiungere la meta prefissata, qualora la stessa compagnia non abbia provveduto ad assisterlo».