by Redazione | 29 Luglio 2022 11:31
Inizia l’esodo per le ferie estive, con prenotazioni in crescita quasi ovunque. Nell’ultimo fine settimana di luglio, il sistema ricettivo italiano stima 6,4 milioni di pernottamenti e un’occupazione complessiva dell’82% delle camere disponibili online. Un risultato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 e anche del 2019, che aveva registrato un tasso di occupazione del 78%. È lo scenario emerso dall’ultima indagine sulla disponibilità di camere nelle principali piattaforme online condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti.
Le difficoltà esistono: caos voli e caro benzina penalizzano le località del sud, e molte imprese segnalano una riduzione della spesa dei vacanzieri.
Le uniche a registrare comunque un leggero calo per fine luglio sono le strutture delle località termali (67% di saturazione), mentre viaggiano spedite le imprese ricettive delle aree collinari/rurali (83%) e di montagna (80%). Continua la tendenza di ripresa anche per le città d’arte (74%), con un sensibile aumento dei pernottamenti negli hotel, oltre che dei turisti stranieri.
La stagionalità del periodo, oltre alle ondate di calore, favorisce l’afflusso di turisti verso le località balneari (92%) e dei laghi (91%), in testa alla classifica delle mete più prenotate.
Tra le principali riviere italiane i tassi di saturazione più elevati sono stati rilevati in Liguria, Costiera Amalfitana, Versilia, Riviera del Conero e Costa Smeralda, con più del 90% delle camere occupate. Per i laghi si distingue Cernobbio, Arona, Sirmione, Peschiera del Garda. Più lento, ma sempre positivo, l’andamento delle prenotazioni per Salento, Golfo degli Aranci e Riviera dei ciclopi (80%)
«Proseguono, con evidenza, i segnali positivi della domanda turistica, anche se non mancano incertezze e criticità, a partire dalla situazione dei voli aerei e al caro benzina, che sta penalizzando soprattutto le mete del Sud Italia – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – E anche se gli ospiti non mancano, sono più attenti al budget rispetto allo scorso anno: un segnale preoccupante. Bisognerà attendere i flussi turistici di settembre e dell’autunno per confermare definitivamente la ripresa del settore. Un nuovo stop sarebbe molto pesante per le imprese e la filiera tutta. Dal governo, seppure con la sua azione limitata in questa fase di transizione, auspichiamo perciò la massima attenzione in momento delicato».
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