by Redazione | 19 Giugno 2023 11:26
Da un lato, il grande ritorno dei turisti stranieri, con cifre superiori al pre Covid. Dall’altro, l’erosione – causa inflazione[1] – della capacità di spesa dei viaggiatori italiani. Sono le due facce dell’estate italiana fotografata nella tempestiva indagine di Assoturismo-Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, su un campione di 1.492 imprenditori della ricettività in Italia. A cui è seguita quella di Enit.
Vediamo nel dettaglio questi primi dati. Nonostante le incertezze meteo di giugno, nel trimestre estivo il nostro Paese dovrebbe registrare 212,8 milioni di presenze, circa 12,5 milioni in più rispetto all’estate 2022 (+6,2%). A trainare la crescita, ancora una volta, i turisti stranieri (+9,6%).
Previsioni positive, che secondo Assoturismo potrebbero anche migliorare: “La sensazione di tutto il comparto – si legge nella nota – è che i valori ritorneranno oltre i livelli pre Covid” grazie alle partenze degli indecisi, ovvero di “coloro che ancora non hanno programmato il viaggio”.
Per la domanda straniera, la ripresa è già arrivata. Il crollo scatenato dalla pandemia è stato ampiamente recuperato. Tra giugno e agosto si prevedono oltre 101,2 milioni di presenze straniere, un valore più alto dello 0,9% di quello registrato nell’estate 2019. Gli incrementi più significativi? Dai mercati di Germania, Francia, Svizzera, Olanda, Uk, Austria e Belgio. Sul fronte extraeuropeo, aumentano soprattutto i visitatori Usa, il cui interesse è orientato prevalentemente verso le città/centri d’arte e le aree rurali e della collina.
A livello domestico, anche il numero di turisti italiani continua a crescere, sebbene più lentamente. Per l’estate si prevede un aumento del +3,3%, con oltre 111,6 milioni di presenze stimate, ancora il -1,2% rispetto al 2019. A conti fatti, però, dovrebbe ridursi sensibilmente la differenza tra le due componenti del mercato: la quota della domanda italiana è stimata al 52,4%, contro il 47,6% della domanda estera (i valori del 2019 erano rispettivamente 52,9% e 47,1%). A frenare la percentuale di italiani certamente il caro prezzi.
«Finalmente, dopo tre anni – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – possiamo dire che i visitatori stranieri sono tornati ai livelli pre pandemia, anche se sul fronte della domanda italiana si sente l’erosione della capacità di spesa delle famiglie».
Detto ciò, prosegue, «le previsioni per l’estate restano comunque assolutamente positive. Una conferma dell’attrattività della destinazione Italia e del dinamismo del comparto, che però va più che mai sostenuto. I buoni risultati non devono farci dimenticare vecchi e nuovi problemi, dalla mancanza di infrastrutture alla concorrenza sleale dell’abusivismo turistico, dalla carenza di personale[2] all’incremento dei tassi di interesse sui mutui. Il Piano Strategico[3] deve essere l’occasione per programmare insieme alle parti sociali, come non si è mai fatto, il futuro del turismo italiano, tra i più vitali della nostra economia».
Proseguendo nell’analisi dei dati, per il settore alberghiero le aspettative di crescita si attestano al +6,4%, trainate dal +10,7% di richieste giunte dai mercati esteri. Prenotazioni in crescita anche per l’extralberghiero, con un +5,9%; ancora determinanti le richieste degli stranieri, stimate al +8,4% rispetto al 2022.
Sempre secondo l’indagine Assoturismo-Cst, la crescita del mercato sarà avvertita in tutte le aree del Paese, anche se non in maniera uniforme. L’andamento migliore è stato segnalato dagli imprenditori del Nord Ovest e del Sud/Isole, sostenuto grazie alle prenotazioni dei turisti stranieri rispettivamente del +14,8% e del +16,2%. Valori altrettanto positivi sono stati segnalati dagli imprenditori del Centro e del Nord-Est, anche questi trainati dalle richieste della domanda straniera.
I risultati migliori sono attesi dalle imprese ricettive delle città d’arte/centri minori, con una crescita stimata del +8,3%. Per l’estate l’incremento previsto di italiani è del +5,7%, mentre le presenze straniere aumentano del +9,7%. Aumenta anche il grado di internazionalizzazione delle città, borghi e centri minori, che ospiteranno soprattutto stranieri (64,5% del totale). Per le località dei laghi e le aree rurali e di collina la variazione attesa è del +7,8%. In crescita anche il movimento turistico delle località marine e montane, rispettivamente con il +5,9% e il +6,6%. Abbastanza positiva anche la percezione delle imprese che operano nelle località termali e ad “altro interesse”, con una crescita stimata rispettivamente del +3,5% e del +3,4%.
La ricerca di Assoturismo-Cst, preceduta dall’Osservatorio Astoi sui trend del turismo organizzato[4], è stata seguita dalle stime ufficiali di Enit, elaborate in collaborazione con The Data Appeal Company e sulla base dei dati Unwto. Si parla di “estate italiana in gran forma” e i numeri sono presto detti: 1.844.000 i passeggeri aeroportuali attesi, di cui l’84% internazionale e il 16% italiani. A giugno, in particolare, previsti almeno 944mila arrivi, +8,6% rispetto al 2022.
L’Italia è scelta soprattutto come meta di vacanza (30% dei viaggiatori) e per motivi di lavoro (21,4%), ma anche per visitare parenti e amici (14,6%) e per ragioni di shopping (11,8%). Il 71,7% dei flussi proviene dai Paesi Ue, principalmente da Francia e Germania. Il 18,3% dall’area extra europea, soprattutto dal Regno Unito.
Ma in termini di passeggeri aerei, grazie anche all’introduzione di nuovi voli diretti, il primo mercato di provenienza nel trimestre estivo saranno gli Usa (pari al 26,3% del totale). In vetta anche Francia (6,1%) e Spagna (4,7%), che insieme totalizzano circa l’11%. Guardano nello specifico all’incoming lungo raggio, ottime le performance dell’Australia (4,1%) e del Canada (3,8%). E ancora: Brasile (2,8%), Corea del Sud (1,9%) e Argentina (1,7%).
Confermato la previsione di flussi oltre i livelli pre Covid: quasi il 70% degli esperti prevede, infatti, performance superiori al 2019 tra maggio e agosto.
Ma cosa muoverà le scelte di vacanza? “I turisti – secondo Enit – terranno conto soprattutto del buon rapporto qualità-prezzo, con un atteggiamento più cauto nei confronti della spesa, privilegiando tragitti brevi” per risparmiare.
Si arriva in Italia prevalentemente in coppia. Le prenotazioni aeree sono in prevalenza per 2 passeggeri (32,3%) e per piccoli gruppi di 3/5 persone (28,3%). I viaggiatori individuali rappresentano il 27,3%. Su Roma Fiumicino e Milano è previsto l’80% degli arrivi internazionali, distribuiti in egual misura.
Quanto alle strutture ricettive prenotate online, sono sature già per oltre il 40% a giugno (luglio 27,9%; agosto 21,8%). Al momento, il comparto lacuale è quello più apprezzato per il trimestre estivo, con una saturazione Ota del 36,2%. Segue il balneare con il 33,7% e le città d’arte con il 33,1%. Il livello di occupazione attuale per la montagna (30,2%) e le terme (27%) è leggermente inferiore alla media nazionale complessiva.
«I dati della stagione estiva sono molto incoraggianti ed evidenziano la costante crescita del settore che si avvia a superare i numeri del 2019. Un comparto fondamentale per la crescita della nazione su cui il governo sta investendo molto», è il commento del ministro del Turismo, Daniela Santanchè.
Le fa eco Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit: «L’Italia sta mantenendo performance molto elevate, avremo un’estate rigogliosa con un ritorno di tutti i flussi internazionali e questo spinge a prestazioni sempre più elevate in termini di offerta e ospitalità».
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