by Redazione | 15 Luglio 2022 11:58
Nonostante i venti contrari di una guerra in Europa, di mai sopite preoccupazioni pandemiche e batoste di inflazione e bollette energetiche, il turismo è ripartito alla grande e l’estate 2022 in Italia procede a gonfie vele. Una ricerca di Isnart-Unioncamere con l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio rileva come le camere d’albergo vendute nel mese di giugno siano aumentate del +26% rispetto al 2021, con un forte recupero delle città d’arte; così come si conferma il ritorno di alcuni preziosi bacini di clientela col +32% di ospiti dalla Germania.
C’è, però, il rovescio della medaglia costituito dal forte aumento dei costi e dalla mancanza di personale qualificato che rischia di vanificare in parte il forte impulso della domanda turistica sia domestica, che estera. È, di fatto, un gioco di chiaroscuri: da un lato la netta crescita dei flussi turistici e dall’altro le forti tensioni per l’inflazione, per la ripresa dei contagi da Covid e per il conflitto in Ucraina che si protrae da mesi. Ma comunque sia, questa stagione vedrà la travel industry recuperare il terreno perso negli ultimi due anni.
In totale, tra luglio e settembre, ci si attende un assorbimento dell’offerta di circa il 48% delle camere disponibili (il doppio di quella registrata nel 2021), con un picco del 62% ad agosto, contro il 33% registrato nello stesso periodo dello scorso anno.
Coerentemente con la stagionalità, sono le strutture ricettive nelle località di mare a registrare le prenotazioni più elevate, con il 71,2% delle camere già prenotate per il mese di agosto. Ma il trend risulta positivo anche per la montagna: gli operatori segnalano il 51,7% delle camere prenotate per il mese di luglio e il 61,9% per il mese di agosto.
Ma il recupero più significativo e incoraggiante è però quello atteso per le città d’arte, tra le destinazioni più penalizzate a causa dell’emergenza sanitaria. Rispetto allo scorso anno, infatti, queste località – grandi e piccole – registrano prenotazioni pari a poco più della metà delle camere disponibili per i mesi di luglio (54,5%) e di poco inferiori ad agosto (45,7%), contro appena il 18% circa dello scorso anno.
E c’è di più: il 40% degli operatori intervistati dichiara un aumento della clientela straniera, mentre solo la metà ne prevede un calo. Un dato particolarmente rilevante in quanto indica una ripresa nel segmento che più aveva risentito della crisi da Covid. Oltre ai tedeschi, in crescita anche i flussi provenienti da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Di segno opposto – ma era scontato – le previsioni relative alle prenotazioni dalla Russia: il 60% degli operatori prevede un brusco calo, mentre il 38% preannuncia stabilità rispetto allo scorso anno.
Nel frattempo, però, gli effetti dell’inflazione aumentano le difficoltà di gestione delle imprese. Per il 65,5% degli operatori uno dei principali problemi incontrati questa estate è la definizione del prezzo del servizio offerto a fronte dell’aumento dei costi. Secondo quanto emerso dall’indagine, la quasi totalità delle imprese intervistate ha riscontrato sostanziosi aumenti dei costi generali, che solo in parte vengono scaricati sui prezzi di vendita. Poco più di un terzo delle strutture, il 36%, ha dichiarato di aver aumentato le tariffe.
Gli imprenditori-operatori restano poi fortemente preoccupati dei riflessi di difficile previsione rispetto alla gestione finanziaria: il 41% teme di dover chiudere il proprio bilancio in perdita. Questo orientamento appare più diffuso tra le strutture alberghiere e relativamente più concentrato nelle località lacuali e termali del Paese. Altra importante difficoltà segnalata è quella relativa al reperimento del personale, un problema per un operatore su tre.
Riguardo poi all’emergenza sanitaria, questa ha colpito maggiormente il comparto alberghiero, rispetto a quello extralberghiero. Ad ogni modo, nelle prossime settimane l’Osservatorio Isnart prevede un recupero relativamente più intenso del hôtellerie tradizionale. Ma il trend resta positivo anche per il mercato dell’ospitalità alternativa: solo a maggio Airbnb registrava oltre 11 milioni di notti prenotate tra giugno e agosto, 3,5 milioni in più rispetto al 2021 (+32%).
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