by Redazione | 8 Giugno 2021 11:47
Il turismo riparte dall’estate 2021, che consegna al settore i primi segnali di riavvio: tra giugno e agosto, infatti, si prevedono 33 milioni di arrivi e 140 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive ufficiali, con un incremento del +20,8% sul 2020 e un fatturato complessivo di 12,8 miliardi di euro.
I numeri emergono dall’indagine previsionale condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti su 2.185 imprenditori della ricettività.
A segnalare gli andamenti migliori sono il sud e le isole (+23,9%). Valori più o meno omogenei sono attesi per il nord-est e il nord-ovest (rispettivamente +20,5 e +20,1%), mentre per le regioni del centro la crescita si ferma al +18,6%.
Quanto alle destinazioni, nonostante la riapertura dei collegamenti aerei, il turismo di prossimità resterà centrale anche quest’anno. Le località balneari rimangono le più gettonate, con 66,6 milioni di presenze; ma a registrare la rimonta più veloce saranno le città d’arte: per queste mete, praticamente azzerate lo scorso anno, si prevede un aumento del +24,3%, agevolato anche dalla riduzione dei prezzi, in alcuni casi fino al -30%. Ma a recuperare sono tutte le tipologie: campagna e collina (+19,6%), montagna (+19,4%), laghi (+17,6%) e terme (+14,4%).
Infine, per questa estate il recupero della domanda straniera è stimato al +24,1%, per un totale di 34,8 milioni di presenze: circa 6,7 milioni in più rispetto allo scorso anno, ma ancora 65,8 milioni in meno del 2019, quando avevano superato quota 100 milioni.
«Dopo dodici mesi terribili, il turismo italiano vede finalmente segnali concreti di ripartenza – commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti – L’auspicio è che il consuntivo di fine estate ci consegni risultati migliori grazie al passaporto sanitario europeo; ma è evidente che la riapertura tardiva del turismo italiano ha pesato sulla ripartenza: l’incertezza su date e coprifuoco ha dirottato molti viaggiatori stranieri verso altri paesi. È la conferma che per ripartire non basta riaprire: c’è bisogno di un piano di rilancio e promozione della destinazione Italia soprattutto presso i mercati esteri».
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