Estate, oltre 28 milioni di italiani in vacanza. Il rapporto Nomisma-Unicredit
Nell’estate del 2022 sono stati 28,6 milioni gli italiani che hanno fatto la valigia per concedersi una vacanza all’insegna del relax, privilegiando l’Italia e il mare, e riconoscendo al personale delle strutture ricettive nazionali doti di cortesia e competenza. É quanto emerge dall’Osservatorio sul Turismo Nomisma-Unicredit, presentato durante l’ultima edizione del Ttg Travel Experience di Rimini.
Lo studio, condotto tramite interviste ai turisti italiani e agli operatori alberghieri ed extra-alberghieri, ha intercettato i trend legati al modo di viaggiare degli italiani e all’intero ecosistema ricettivo nazionale, confermando alcune previsioni definite dalla precedente indagine di Nomisma (giugno 2022).
Nel dettaglio del report, quindi, sono stati 28,6 milioni i travellers che nel periodo giugno-settembre hanno fatto la valigia e trascorso almeno 1 notte fuori casa. L’85% dei viaggiatori ha scelto l’Italia come destinazione dei propri viaggi privilegiando Puglia (13%), Sicilia (10%) e Toscana (9%). Il 12% ha invece viaggiato entro i confini europei; Spagna, Francia e Grecia le mete più gettonate. Viaggi organizzati con largo anticipo (almeno un mese prima della partenza) da due viaggiatori su 3, mentre il restante 35% ha puntato su opzioni last minute. Chi, invece, non è partito lo ha fatto in 1 caso su 2 per motivi economici: per una situazione economica familiare non favorevole (55%), o per risparmiare (45%).
REPORT SU STRUTTURE E DESTINAZIONI
Considerando le abitudini di viaggio, le mete estive predilette sono state quelle marine (scelta dal 59% di chi è partito), seguite da montagna (12%), grandi città d’arte (9%), borghi a vocazione culturale (6%), o a vocazione paesaggistica (6%). Per gli italiani le vacanze estive si sono confermate un’occasione per stare con la famiglia (59%) e passare del tempo con gli amici (17%), ma anche un pretesto per dedicare momenti a se stessi (16%) o stringere nuove amicizie (6%).
Delle località visitate durante le ferie estive, inoltre, gli italiani hanno apprezzato soprattutto la qualità dell’offerta enogastronomica di qualità (24%), l’attenzione dedicata all’ambiente e alla sostenibilità (24%), l’offerta culturale ampia e di qualità (19%), e l’attenzione degli operatori verso le esigenze del turista (19%).
Secondo Nomisma-Unicredit, inoltre, ad incidere sulla soddisfazione per la struttura ricettiva sono stati soprattutto aspetti inerenti il personale (il 67% ha gradito la cortesia e la competenza dello staff) e la digitalizzazione (la presenza di una connessione veloce ha soddisfatto il 53% dei turisti). Lo studio ha registrato inoltre feedback positivi per la posizione strategica della struttura rispetto a luoghi di interesse (61%) e per le condizioni e lo stato manutentivo dell’edificio e delle camere (60%). Inoltre, 1 ospite su 4, ha apprezzato la proposta di gite e escursioni, il 24% la qualità delle portate offerte dalle strutture con servizio di ristorazione e il 22% la presenza di menù in grado di rispondere ad esigenze e stili alimentari.
ESIGENZE E CRITICITÀ DEGLI OPERATORI
L’Osservatorio Nomisma-UniCredit ha dedicato poi un approfondimento alle esigenze degli operatori turistici. La fase di ascolto ha messo in luce un settore – quello turistico – pesantemente colpito dall’attuale congiuntura: il 67% degli albergatori denuncia criticità nello svolgimento della propria attività imprenditoriale. Il 6% degli operatori pensa, addirittura, di non riuscire a garantire l’apertura nel corso del 2023, mentre il 12% non sa ancora cosa attendersi dall’anno venturo. Inflazione e interruzioni nelle catene di approvvigionamento sono i principali ostacoli al normale svolgimento delle attività. Il 90% degli operatori lamenta, infatti, un aumento dei costi legati all’energia, il 70% il generale incremento dei prezzi, il 20% difficoltà nel reperire materie prime e il 18% ritardi nelle consegne. A questo si aggiungono una minore capacità di spesa da parte dei turisti (56%) e una domanda turistica ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici. Anche il mercato del lavoro è fonte di grande preoccupazione per gli operatori del comparto. Il 39% fa fatica a reperire personale, mentre il 27% sottolinea un incremento del costo del lavoro.
Alle luce delle criticità denunciate, l’81% degli operatori turistici sta già adottando o adotterà entro l’autunno strategie per gestire le difficoltà operative. In particolare, agiranno modificando l’offerta – con un innalzamento dei prezzi delle camere (75%) e dei servizi offerti (43%) o con una riduzione dei mesi di apertura (34%). Le exit strategy messe in atto dagli albergatori prevedono anche una serie di investimenti, come quelli destinati all’efficientamento energetico della struttura (43%), alla produzione di energia da fonti rinnovabili (39%).
Queste decisioni hanno richiesto per quasi 1 albergatore su 3 una decisa flessibilità: il 31% ha infatti dovuto operare una revisione del piano di investimenti preventivato. Altra leva strategica è quella che riguarda la modifica dei comportamenti di consumo energetico. Il 48% degli operatori turistici ridurrà l’utilizzo del riscaldamento, il 44% diminuirà il ricorso al condizionatore, mentre il 37% adotterà lampadine a basso consumo.
«L’Osservatorio Turismo Nomisma-UniCredit consente di intercettare i trend in atto nel settore turistico italiano, leggendo da un lato i cambiamenti nelle abitudini di viaggio degli italiani e dall’altro le sfide che gli operatori turistici sono chiamati ad affrontare. Il periodo estivo ha rappresentato per gli italiani un momento di pausa dalla quotidianità a cui non hanno voluto rinunciare – sottolinea Valentina Quaglietti, project manager di Nomisma – Tuttavia, l’attuale congiuntura pesa sul sistema turistico italiano e se, da un lato, non permette di raggiungere il numero di arrivi del periodo pre-pandemico, dall’altro complica l’operatività delle strutture turistiche, chiamate a fare i conti con costi energetici sempre maggiori, un generale aumento dei prezzi e la ridotta capacità di spesa dei turisti. Gli operatori, ancora una volta chiamati a rinnovarsi ed immaginare modalità per superare le criticità, nel breve periodo optano per soluzioni legate principalmente a modifiche nell’offerta e una revisione (al rialzo) del listino prezzi e a revisioni del comportamento di consumo energetico, in ottica di riduzione dei costi. Prevedono poi soluzioni più strutturali, come gli investimenti volti soprattutto a favorire il risparmio energetico».