Etc: otto europei su 10 in vacanza entro giugno
Torna prepotentemente la voglia di partire, anche e soprattutto per l’estero. Quasi otto europei su dieci (precisamente il 77% del totale) sarebbero pronti a effettuare un viaggio domestico o in Europa entro il primo semestre 2023: è il significativo dato emerso dall’ultimo report dell’Etc – European Travel Commission, autrice di monitoraggi periodici sul sentiment dei cittadini in fatto di vacanze e trasferte.
Dalla ricerca emerge anche che sale del +16% la propensione al viaggio rispetto al 2022, con il 63% degli intervistati che esprime una netta preferenza per quelli internazionali, al di fuori del proprio Paese, prevalentemente in Europa. E ciò rappresenta una crescita a due cifre del 13% in un solo anno. Sorprendentemente, il budget previsto per le vacanze rimane invariato, mostrando determinazione a viaggiare nonostante l’incertezza finanziaria.
In generale, poi, il 37% degli europei spenderà ancora tra 1.000 e i 2.000 euro a persona per un viaggio che sarà la sua prossima vacanza principale. Un ulteriore 19% spenderà addirittura di più, superando la soglia dei 2.000 euro.
Commentando la ricerca, Luís Araújo, presidente di Etc, ha dichiarato: «I dati recenti mostrano chiaramente che i viaggi rimangono una priorità assoluta per gli europei nella prima metà del 2023. Questa è una buona notizia, soprattutto considerando che gran parte dei viaggi all’estero previsti si stanno pianificando all’interno dell’Europa. Queste tendenze dipingono un quadro di speranza per il settore quest’anno e dimostrano la sua resilienza di fronte alle sfide economiche globali. Ora, per capitalizzare la fiducia dei consumatori e le prenotazioni anticipate, l’industria dovrebbe seguire da vicino e anticipare i cambiamenti nelle esigenze dei consumatori e adattare le sue offerte di conseguenza».
La ricerca mostra, inoltre, che l’attuale clima finanziario, abbastanza pesante e critico, rimane comunque una fonte preoccupazione significativa per i viaggiatori: l’aumento dei costi di viaggio preoccupa infatti il 23% degli europei, mentre un ulteriore 18% afferma che le proprie finanze personali e la propria situazione economica sono critiche. Da qui una tendenza che merita attenzione: i viaggiatori stanno rispondendo alle sfide finanziarie con un comportamento di acquisto più proattivo e flessibile.
Gli europei si stanno impegnando a programmare il viaggio con maggiore attenzione rispetto a un anno fa: il 44% ha già prenotato in tutto o in parte la prossima vacanza, con un aumento del 7% rispetto al 2022. Nella scelta di una destinazione, le offerte e le occasioni interessanti (17%) sono la principale molla, precedute solo dal clima e dalla prevalenza del bel tempo (18%). Un altro cambiamento comportamentale riguarda le abitudini di spesa durante i viaggi.
E ancora, la maggior parte degli intervistati prevede di ridurre gli acquisti nella destinazione (18%), prenotare alloggi meno costosi (16%) e scegliere ristoranti più convenienti (15%) per rientrare nel budget delle vacanze. Anche l’acquisto di pacchetti all inclusive e la visita di un minor numero di attrazioni con un biglietto d’ingresso sono presi in considerazione rispettivamente dal 12% e dal 10% degli intervistati. I budget di viaggio rimangono una priorità.
A chiusura, il report di Etc evidenzia un inoppugnabile dato di fatto: anche se i costi dell’energia aumentano e le necessità di base come cibo e vestiti seguono l’esempio, i viaggi continuano a essere una priorità assoluta per gli europei. In particolare, il viaggio è l’unica spesa discrezionale per cui le persone sono disposte a mantenere (59%) o aumentare (16%) l’investimento, nonostante le condizioni economiche odierne.
Infatti, il 58% degli intervistati prevede di viaggiare almeno due volte, a livello nazionale o internazionale, nei prossimi mesi. Al contrario, le prospettive non sono rosee per la spesa al dettaglio di articoli come l’elettronica e l’abbigliamento, nonché per gli acquisti per il tempo libero e ricreativo per concerti, ristoranti e sport. Meno della metà degli intervistati (47%) prevede di spendere la stessa cifra in queste categorie, mentre solo l’8% pensa di aumentare le proprie spese.