Hogan ha anche sottolineato, elogiandolo, il sostegno dato ad Alitalia dai suoi azionisti di maggioranza del mondo bancario, UniCredit e Intesa Sanpaolo, così come quello dato dal governo ora guidato da Paolo Gentiloni.
«Abbiamo recentemente iniettato 100 milioni di capitale nella compagnia, oltre ad aver convertito obbligazioni in strumenti semi-equity», ha ricordato nel discorso tenuto al Convention Centre della capitale irlandese intitolato “In a changing world, change is the winning factor”.
Durante la conferenza, Hogan ha spiegato ai senior manager dell’aviazione globale che, da quando Etihad ha acquisito la sua quota in Alitalia di 560 milioni nel 2014, sono stati compiuti dei progressi, ma rimangono delle sfide da affrontare. E ha aggiunto: «Durante il primo anno dal nostro ingresso, abbiamo visto progressi grazie ai nuovi investimenti in flotta, prodotti, brand e infrastrutture. Ci siamo impegnati a portare quei cambiamenti, e così abbiamo fatto; questo ha avuto un effetto immediato. Abbiamo lavorato spalla a spalla con gli altri azionisti, supportando il management nei suoi obiettivi di cambiamento».
Guardando avanti, all’annuncio della nuova fase del piano industriale di Alitalia, Hogan ha dichiarato: «I vertici della compagnia e gli azionisti hanno lavorato sodo per mettere a punto un piano industriale per il futuro sostenibile del vettore e sono fiducioso che anche i dipendenti abbracceranno il cambiamento necessario per tornare in pista. Ma voglio essere chiaro: sarà il management di Alitalia a definire e consegnare il piano industriale, che porterà la compagnia aerea verso il ritorno all’utile».
Hogan ha colto l’occasione anche per confermare l’impegno di Etihad nella strategia di partnership azionarie con airberlin, Jet Airways, Air Serbia, Virgin Australia, Air Seychelles e Etihad Regional, quest’ultima con sede in Svizzera.