Dollaro ed euro sono, per la prima volta dal 2002, vicinissimi alla parità: la moneta americana scambia infatti a 1,007 su quella unica, il cui indebolimento favorisce l’export ma, in particolar modo, il turismo.
Stando a quanto dichiarato dagli analisti di Barclays, come riportato dal Corriere della Sera, «il dollaro potrebbe continuare ad attestarsi in rialzo finché resteranno rischi legati all’aumento dell’inflazione, alla sicurezza energetica europea e all’outlook della crescita cinese».
Se in termini di export ora le imprese italiane possono esportare i loro prodotti in America a prezzi inferiori e realizzare quindi maggiori profitti, a ricavare enormi benefici da questo calo dell’euro rispetto al dollaro potrebbe essere soprattutto l’industria del turismo europea. Il tasso di cambio vantaggioso, infatti, è un buon incentivo per i turisti americani, che potrebbero avere una maggiore propensione alla scelta di destinazioni in Europa (Italia compresa) per le proprie vacanze, acquistando anche in loco approfittando dei costi minori.
Al contrario, però, per gli europei e i nostri connazionali risulta ora meno conveniente fare vacanze negli Usa, da sempre meta gettonata dagli italiani.