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Europa, l’incoming resiste. Ma c’è lo spettro Trump

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Resiliente e performante. È l’identikit del turismo europeo nell’ultimo trimestre del 2024. Secondo i rilevamenti dell’European Tourism Commission (Etc), infatti, nonostante le instabilità geopolitiche il Vecchio Continente ha tenuto botta e da ottobre a dicembre ha fatto registrare un incremento degli arrivi stranieri del +6,7% rispetto al trimestre 2023 e anche i pernottamenti sono cresciuti del +4,8% su base annua.

Ma per il futuro c’è l’incognita dell’effetto Trump, con possibili ripercussioni negative sulle capacità di spesa dei viaggiatori statunitensi verso destinazioni europee.

È quanto pubblicato nel Rapporto “Tendenze e prospettive del turismo europeo” che offre anche approfondimenti sulla performance dinamica del turismo europeo durante il periodo autunnale e invernale e fornisce un’analisi completa degli ultimi sviluppi turistici e macroeconomici della regione.

Sebbene la performance dei viaggi sia rimasta forte, il rapporto indica che i consumatori optano sempre più per destinazioni con un buon rapporto qualità-prezzo. Ciò è probabilmente dovuto ai maggiori costi di viaggio causati dall’elevata inflazione dei servizi e dall’aumento della domanda di viaggi. L’ultima stima ha stabilito che nel 2024 i turisti hanno speso il 7,8% in più in tutta Europa rispetto al 2023, pari a 705 miliardi di euro, con quasi tre quarti della spesa regionale totale guidata dall’Europa occidentale.

Commentando la pubblicazione di questo rapporto, il presidente dell’Etc, Miguel Sanz, ha fatto valutazioni già proiettate nell’immediato futuro: «Guardando al 2025, il turismo europeo continuerà a navigare in un panorama sempre più complesso e in una maggiore incertezza geopolitica ed economica. Nonostante sfide quali l’aumento dei costi di viaggio e il cambiamento delle preferenze dei consumatori, il settore turistico europeo ha mostrato una notevole resilienza. Allo stesso tempo, stiamo assistendo a tendenze positive, come una crescente attenzione ai viaggi fuori stagione, che aiuta a distribuire la domanda turistica in modo più uniforme durante tutto l’anno. Guardando al futuro, sostenere questo slancio richiederà investimenti strategici in offerte diversificate per garantire prestazioni e competitività continue».

Nell’osservare l’andamento dei viaggi e soggiorni in Europa, gli analisti di Etc hanno evidenziato che i viaggiatori internazionali cercano un buon rapporto qualità-prezzo soprattutto durante la bassa stagione e ne è una riprova il fatto che i viaggi nella stagione intermedia (settembre-ottobre) e nel periodo invernale sono rimasti ad un consistente livello. Questa tendenza è in linea con la crescente preferenza dei consumatori per i viaggi convenienti, poiché in questi mesi in genere gli operatori della filiera offrono prezzi più bassi.

Inoltre, le temperature estive estreme in alcune sottoregioni e un minor numero di viaggiatori potrebbero aver influenzato questi nuovi modelli di viaggio. Nell’analizzare lo scenario geografico, l’espansione turistica dell’Europa meridionale si raffredda, mentre nel nord Europa attrazioni naturali, come ad esempio l’aurora boreale, attira un crescente numero di turisti.

Nell’analisi temporale della stagione 2024, l’Etc rileva che dopo un forte periodo estivo, diverse destinazioni del Sud e del Mediterraneo hanno registrato performance più lente nel quarto trimestre, tra cui Portogallo, Serbia, Grecia e Montenegro. I primi tre Paesi, pur registrando una crescita degli arrivi indebolita nel terzo trimestre, sono ancora in notevole aumento rispetto al 2019, con incrementi rispettivamente del +28,9%, +17,8% e +13,7%. Alcune destinazioni del Sud e del Mediterraneo sono invece riuscite a invertire questa tendenza, tra cui l’Italia, con arrivi in ​​crescita del +5,9% e pernottamenti del 10% in più rispetto ai dati dell’ultimo trimestre del 2019.

In generale, tra le destinazioni più performanti emerge l’Islanda, che ha registrato un aumento del +14% degli arrivi rispetto al 2019 nel quarto trimestre, rendendola la destinazione del turismo invernale in più rapida crescita. L’aumento è stato alimentato dall’appeal degli spettacoli naturali, che attira visitatori desiderosi di assistere all’aurora boreale, con una forte domanda da Germania, Paesi Bassi, Italia e Regno Unito.

Anche gli eventi meteorologici estremi – tra cui inondazioni, tempeste e nevicate – hanno continuato a incidere ed avere un impatto sui viaggi in tutta Europa, provocando ritardi e cancellazioni dei voli nei principali hub, come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. C’è stata poi la tragedia della grave inondazione che ha colpito l’intera provincia spagnola di Valencia che ha causato un forte rallentamento della crescita degli arrivi a novembre (-4,2%) e dicembre (-6,3%), incidendo sul consuntivo generale della Spagna.

Guardando al futuro, la ripresa dei mercati “lontani” dove si originano i viaggi a lungo raggio verso l’Europa, è ancora in ritardo e i dati finali per il 2024 indicano che rimarranno del 5% al ​​di sotto dei livelli del 2019. Questo è in gran parte dovuto alla lenta ripresa dell’Asia/Pacifico, in particolare della Cina, che stenta a tornare ai livelli record pre-pandemia. La domanda di viaggi da questo mercato si è concentrata principalmente sui tour regionali, con un minor numero di viaggi a lungo raggio, soprattutto verso l’Europa, a causa della connettività limitata e dei rigidi requisiti di visto. In media, gli arrivi dalla Cina verso destinazioni europee risultano tuttora  inferiori del 39,6% rispetto al pre-Covid.

Al contrario, i viaggi transatlantici degli Stati Uniti hanno contribuito a sostenere lo slancio durante la ripresa post-pandemia dell’Europa. Tuttavia, l’incertezza sotto l’amministrazione Trump cresce, poiché i rischi di inflazione potrebbero ridurre il reddito disponibile, riducendo potenzialmente i viaggi internazionali. Nel quarto trimestre, 22 delle 27 destinazioni segnalate hanno visto gli arrivi dagli Stati Uniti superare i livelli del 2019, guidate da Turchia (+153%), Portogallo (+91%), Lituania (+67%) e Montenegro (+49%).

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