A livello globale, tre viaggiatori su cinque intendono prenotare un viaggio nei sei mesi successivi alla revoca delle restrizioni di viaggio previste dai governi locali. Parte da questo dato l’analisi di Expedia sui cambiamenti che attendono il settore del travel nei prossimi mesi.
Se la pandemia da coronavirus in corso, infatti, ha avuto conseguenze eccezionali sul settore del turismo – che genera 9.300 miliardi di dollari all’anno – secondo l’ultima ricerca della società di consulenza Wakefield Research, i viaggiatori sono intenzionati a riprendere la loro attività appena sarà possibile e l’industria deve farsi trovare pronta. Il 30% degli intervistati, però, ha detto che sceglierà soprattutto destinazioni domestiche mentre due intervistati su tre intendono partire per lo stesso numero di viaggi che erano abituati normalmente a fare nell’epoca pre Covid.
LE SCELTE DEI VIAGGIATORI. Per quanto riguarda l’Europa, la preferenza per i viaggi all’interno del territorio nazionale è più pronunciata in Spagna (42%) mentre la tendenza a viaggiare da soli cresce in Francia (25%). D’altra parte, i viaggiatori tedeschi e britannici intendono intraprendere più viaggi internazionali (18% e 14% rispettivamente) rispetto a quelli di altri paesi.
In Italia, ad esempio, cresce la volontà di rimanere all’interno dei confini nazionali: secondo l’Enit il 58% degli italiani sta programmando almeno un soggiorno in autunno, mentre già il 33% pensa alle vacanze di Natale.
Oltre alla rinnovata intenzione a viaggiare, però, Expedia, segnala altre tendenze e aspettative che stanno emergendo che potrebbero definire un percorso per costruire un nuovo settore del turismo capace di affrontare le sfide in futuro. «In tutto il mondo, la Generazione Z e i millennial hanno manifestato il forte desiderio di viaggiare ed esplorare. I due terzi degli appartenenti a queste fasce demografiche hanno intenzione di viaggiare nei sei mesi successivi alla conclusione pandemia. I baby boomers e la “generazione silenziosa” (i nati prima del 1945) sono più riluttanti a riprendere a spostarsi, tanto che quasi il 50% degli intervistati vuole aspettare almeno altri sei mesi prima di prenotare un viaggio», sottolinea Giovanni Moretto, direttore market management Italia di Expedia Group.
I NATIVI DIGITALI E IL TURISMO. I nati dagli anni ’80 in poi, secondo la ricerca, sono anche due volte più propensi a visitare una città e contesti urbani rispetto a chi appartiene ad altre fasce d’età e sono molto attenti all’impatto sull’ambiente quando scelgono un viaggio. Altro capitolo rilevante è quello legato all’ecommerce. Sempre secondo Moretto, un recente studio dimostra che la pandemia ha velocizzato il passaggio dagli acquisti nei punti vendita fisici a quelli digitali di 4-6 anni, e la ricerca Wakefield ha rilevato che più del 70% degli intervistati preferisce prenotare il primo viaggio indirettamente, e oltre il 50% ha dichiarato che intende acquistare su siti di prenotazione di terze parti.
In questo caso, quindi, Expedia Group ha recentemente introdotto anche la funzione di “Prenotazione senza carta di credito” che permette di acquistare viaggi last minute senza dover inserire i dati di una carta.
Dall’inizio della pandemia, infine, il concetto di distanziamento sociale è gradualmente entrato nelle abitudini delle persone come misura efficace per limitare la diffusione del Covid-19. Secondo la ricerca Wakefield, quindi, è però certo che quasi il 70% dei viaggiatori preferisce un’esperienza di check in efficace, ma vuole interagire il minimo indispensabile con il personale delle strutture.
«Inoltre, i viaggiatori hanno segnalato tra i fattori fondamentali nella scelta di una struttura la presenza di descrizioni chiare delle caratteristiche e dei servizi delle camere, e servizi di ristorazione che garantiscano il distanziamento», conclude Moretto.