È ripartita da Roma la delegazione del Bureau International des Expositions (Bie) che ha compiuto la sua ricognizione ispettiva dei luoghi che dovrebbero accogliere Expo 2030. Una visita che gli ispettori hanno definito «esaustiva ed emozionante, perché Roma è troppo bella», ma si sono subito affrettati ad aggiungere che i competitor (Ryadh in Arabia Saudita e Busan in Sud Corea) sono molto forti.
Ciò che ha colpito, oltre alla bellezza della città eterna con i suoi luoghi iconici del Colosseo e dell’Appia Antica, è la continuità che si intende dare al progetto ispiratore che esalta i diritti umani e pone al centro del futuro del pianeta l’essere umano e le sue eccellenze intellettive.
In particolare, nel corso di un incontro stampa tenutosi al termine della visita ispettiva il segretario generale del Bie, Dimitri Kerkentzes, ha sottolineato il fatto che «l’evento pensato per l’Expo2030 non durerà solo sei mesi, ma avrà un impatto anche negli anni successivi».
E sempre secondo il Bureau International des Expositions la visita degli ispettori a Roma per valutare il progetto di candidatura della Capitale a Expo 2030 è stata «molto efficiente e ben organizzata». Ora si dovrà attendere l’esito di tutte le visite ispettive effettuate e secondo le regole del Bie dopo le missioni delle delegazioni e gli incontri con istituzioni, amministrazioni locali e gruppi di interesse, ci saranno le relazioni e la decisione finale attesa per il prossimo novembre.
Al termine della visita, il presidente del Comitato promotore, l’ambasciatore Giampiero Massolo, ha espresso rammarico per l’atteggiamento di alcuni Paesi europei come Francia e Grecia che sembrano appoggiare maggiormente la candidatura dei due stati extraeuropei, mentre il direttore generale del Comitato Roma Expo2030, Giuseppe Scognamiglio, si è limitato a ribadire che Roma ha presentato un progetto solido e convincente.