Nuovi siti Unesco: in Italia le faggete e le mura veneziane
Sono le antiche faggete e le Opere di difesa veneziane le due new entry italiane nella prestigiosa lista dei siti Patrimonio dell’Umanità. Lo ha annunciato il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso della 41ª sessione del comitato del Patrimonio Mondiale svoltasi a Cracovia, che ha sancito la leadership dell’Italia (53 siti Unesco), seguita a ruota dalla Cina (quota 52).
Le faggete, in tutto dieci, si estendono dalla Toscana alla Calabria – coprono una superficie di circa 2mila ettari – e sono ricche di piante secolari. Si tratta di una delle più vaste zone comprese in un grande sito diffuso di ben 12 Paesi: dalla Germania alla Croazia, dalla Bulgaria all’Ucraina, fino alla Spagna.
Le Opere di difesa veneziane, invece, raccolgono i più rappresentativi sistemi difensivi realizzati dalla Repubblica di Venezia. Di questi, sono entrate a far parte dell’Unesco le mura presenti a Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda in l’Italia, Zara e Sebenico in Croazia, e Cattaro per il Montenegro.
Nel resto del monodo, invece, ecco i nuovi patrimoni dell’Umanità Unesco:
AMERICHE
– Valongo Wharf in Brasile,
– Los Allerces National Park in Argentina,
EUROPA
– il Bauhaus e i suoi siti a Weimar, Dessau e Bernau e le grotte di ghiaccio di Swebian Jura in Germania,
– la Grande-île a Neustadt in Francia,
– il distretto dei laghi inglesi in Gran Bretagna e Irlanda del Nord,
– Aphrodisias in Turchia,
– la Cattedrale dell’Assunzione a Sviyazhsk in Russia,
– le miniere di argento e zinco di Tamowskie Gory in Polonia,
– l’agricoltura Inuit ai margini dei ghacciai di Kujataa in Danimarca,
ASIA E PACIFICO
– Taputapuatea in Polinesia Francese,
– l’isola sacra di Okinoshima in Giappone,
– Yazd in Iran,
– Hebron in Palestina,
– Ahmedabad in India,
– Kulangsu e Qinghai Hoh Xil in Cina,
– Sambor Prei Kuk in Cambogia,
– i paesaggi della Dauria in Mongolia
AFRICA
– Khomani in Sudafrica,
– Asmara in Eritrea,
– il centro storico di Mbanza Kongo in Angola,
– il complesso di W-Arly-Pendjari tra Benin, Burkina Faso e Nigeria.