Quasi 250mila nuovi addetti entro il 2023, soprattutto esperti di marketing, specializzati in Ict e social media manager. Il settore turistico continua a crescere e richiede servizi di qualità e addetti ai lavori formati. Se ne è discusso nella giornata di apertura di Fare Turismo, l’appuntamento nazionale sulla formazione e il lavoro nel turismo in programma fino a venerdì 15 marzo all’Università Europea di Roma.
Per tre giorni nel Salone espositivo le organizzazioni nazionali di categoria, le associazioni professionali, gli enti bilaterali, le agenzie per il lavoro e le università forniranno informazioni sulle opportunità occupazionali e sui percorsi da intraprendere ai più giovani, mentre 25 grandi aziende turistiche effettueranno mille colloqui di selezione per coprire un totale di 50 figure professionali ricercate principalmente in Italia.
«Lo scorso anno nella Capitale sono arrivati 15 milioni di turisti – ha spiegato Carlo Cafarotti, assessore al Turismo e alla Formazione professionale del Comune di Roma presente all’inaugurazione – Un buon risultato, soprattutto, se si considera anche l’aumento della spesa media pari al 6%. Dobbiamo però investire sul primo impatto, sui servizi e lavorare per aumentare il numero dei repeater».
«A breve presenteremo il Piano strategico per il turismo, introducendo i nostri nuovi target, e vorremmo anche mettere mano alle norme che dovrebbero ridisegnare l’offerta alberghiera della Regione – ha aggiunto Lorenza Bonaccorsi, assessore al Turismo e Pari Opportunità della Regione Lazio – Dobbiamo continuare a lavorare tanto sul settore, in quanto permette di costruire opportunità per i giovani e ricchezza e, quindi, sviluppo per il territorio».
Sulla stessa linea anche Giorgio Palmucci, neo presidente dell’Enit, il quale ha ribadito che «la gran parte di chi lavora nel turismo è di età compresa tra i 16 e i 35 anni e per questo è necessario che le aziende investano nella formazione anche con le nuove tecnologie, perché l’aspetto umano nel turismo è sempre fondamentale».
Attualmente, il turismo dà occupazione, direttamente e indirettamente, al 14,7% della forza lavoro italiana, ma l’incidenza salirà al 16,5% già nel 2028: un dato superiore a quello di Slovenia, Francia e Spagna, ma inferiore a quello della Grecia, dove vale il 24,8% dell’occupazione, della Croazia (23,5%) e del Portogallo (20,4%).
A prevedere di assumere sono soprattutto gli stabilimenti balneari, tra cui il 38,9% segnala la volontà di prendere uno o più nuovi dipendenti. Al secondo posto gli alberghi (30,3%), seguiti dalle altre strutture ricettive (28,6%) e dalla ristorazione (28,4%). Il reclutamento, poi, avviene soprattutto attraverso contatti diretti o passaparola, canale battuto nel 51% dei casi.«Il turismo si conferma un settore dinamico – ha spiegato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – Anche dal punto di vista dell’occupazione. Ma continua a soffrire un problema di formazione del personale».