Federalberghi fa il punto delle presenze di luglio negli alberghi, con numeri tutt’altro che positivi. «I dati del mese di luglio parlano da soli e sono ben lontani dalla narrazione favolistica che qualcuno si ostina a rappresentare», commenta il presidente Bernabò Bocca, alla luce delle risultanze dell’osservatorio turistico alberghiero di Federalberghi, che monitora mensilmente il mercato e ha registrato un crollo vertiginoso anche nel mese di luglio, con un calo delle presenze del 51%.
Gli stranieri continuano a latitare (meno 76,4%) e il calo a doppia cifra interessa anche gli italiani (meno 24,5%).
Il consuntivo dei primi sette mesi mostra – nel periodo che va da gennaio a luglio –presenze calate del 67%, con una riduzione del 57,5% dei turisti italiani e del 76,7% dei turisti stranieri.
Ad oggi, le strutture turistico ricettive italiane hanno perso oltre 159 milioni di presenze, e le proiezioni sull’intero 2020 dicono che ne andranno in fumo ulteriori 116 milioni.
«Una tale catastrofe non può essere curata con i pannicelli caldi che abbiamo intravisto nelle bozze del decreto che il governo si appresta a emanare – prosegue Bocca – Alcuni punti del provvedimento sono a dir poco deludenti e, se non interverranno modifiche, arrecheranno ben pochi giovamenti alle imprese del turismo. Ad esempio, riservare gli esoneri contributivi alle imprese che cessano del tutto il ricorso alla cassa integrazione, significa non aver capito che l’uscita dal pantano sarà faticosa e graduale: non è realistico pensare che un albergo dall’oggi al domani possa richiamare in servizio tutto il personale. E se sarà confermato l’intendimento di riconoscere gli incentivi unicamente per le assunzioni a tempo indeterminato, saranno escluse tutte le attività stagionali».
Il presidente di Federalberghi ricorda che sono mesi che «ci sgoliamo per chiedere di correggere una formulazione della norma sull’Imu, per tener conto delle esigenze delle imprese in affitto. È esasperante constatare la disattenzione che si registra nei confronti di questo problema. Chiediamo che i bar e i ristoranti degli alberghi non vengano discriminati e possano godere delle medesime agevolazioni che sono state previste per tutti gli altri pubblici esercizi e per gli agriturismo».
Bocca conclude dicendo che nella serata di mercoledì 5 agosto «abbiamo presentato un insieme di suggerimenti che, senza stravolgere l’impianto del decreto, consentirebbero di recepire alcune istanze di primaria importanza. Al governo chiediamo una risposta concreta e tempestiva».