by Redazione | 5 Novembre 2020 16:15
«Gli albergatori chiedono di sapere con urgenza se e come possono fornire i pasti quotidiani ai propri ospiti, dalla prima colazione al pranzo e alla cena». Con queste parole il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commenta il provvedimento che prevede la possibilità di somministrare pasti solo per gli hotel delle cosiddette zone gialle, mentre nulla dice per le strutture ricettive delle zone arancioni e nelle zone rosse. Il limite, in vigore da venerdì 6 novembre, è addirittura più stringente di quanto previsto a marzo e aprile durante il lockdown totale.
Bocca ricorda che, «in seguito alle restrizioni di vario genere, le strutture ricettive sono frequentate pressoché esclusivamente da persone che sono costrette a soggiornare fuori casa. Per non parlare del rischio che rimangano a digiuno anche le persone in isolamento presso i cosiddetti Covid-hotel».
«Forse qualcuno pensa che noi domani dovremmo dire a tutte queste persone di arrangiarsi. Di invitare chi trascorre settimane fuori casa a sfamarsi mangiando il panino seduto su una panchina al parco. Forse qualcuno vuole che gli alberghi chiudano. Ma se è così, è bene che lo dica chiaramente e se ne assuma le responsabilità», aggiunge il presidente di Federalberghi, che conclude sottolineando come «in questi mesi difficili, le nostre aziende si sono comportate con grande senso di responsabilità, sopportando pazientemente le avversità e rispondendo prontamente alle richieste di collaborazione provenienti dalla comunità. Riteniamo di non meritare il trattamento che stiamo ricevendo in queste ore. Riteniamo di avere diritto a risposte chiare, tempestive e ragionevoli».
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