Federalberghi protesta: «No alla tassa di soggiorno a Bari»

Federalberghi protesta: «No alla tassa di soggiorno a Bari»
10 Febbraio 13:03 2023 Stampa questo articolo

Federalberghi Bari Bat protesta contro il Comune del capoluogo pugliese, che intende introdurre la tassa di soggiorno dalla prossima primavera. In una nota ufficiale, l’associazione parla di “decisione iniqua e poco opportuna, che penalizzerà le strutture alberghiere ed extra alberghiere legali, provocando degli effetti distorsivi sull’economia turistica della città”.

In base ai dati del 2022, elaborati dal Centro Studi di Federalberghi Bari Bat, l’incidenza dell’abusivismo ricettivo pesa per oltre l’80% sull’intera economia turistica cittadina. Nel capoluogo pugliese le 1950 strutture extralberghiere presenti in Airbnb registrano solo circa 260mila presenze annuali, le 41 strutture alberghiere circa 720mila.

«I numeri confermano che l’attuale fotografia del turismo ricettivo a Bari non giustifica la tassa di soggiorno – osserva Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese di Federalberghi – La media giornaliera su base di annua per i 41 hotel è di 48 persone, mentre quella delle 359 strutture regolari dell’extralberghiero è di 1,99 persone al giorno, che, se rapportata al numero degli annunci presenti in Airbnb, cala a 0,39 persone al giorno».

Di fatto, secondo Federalberghi Bari Bat, un’eventuale tassa di soggiorno colpirebbe solo la clientela alberghiera. «Diverrebbe impossibile recuperare questo balzello da chi soggiorna nel variegato segmento degli affitti brevi come Airbnb ed altri – ribadisce Caizzi che propone una soluzione – Suggeriamo di contemplare un ritocco e/o inserimento delle tasse di sbarco portuali e aeroportuali che, quantomeno, risponderebbero al requisito di equità dell’imposizione e che, soprattutto per le prime, ristorerebbero gli enormi costi di accoglienza che il sistema pubblico cittadino deve garantire».

«Il turismo a Bari – continua polemico Caizzi – è da sempre stato messo in secondo piano dalle amministrazioni, più orientate verso altri settori ritenuti trainanti per l’economia. Il piccolo boom degli ultimi anni ha trovato anche l’attuale sindaco poco convinto dell’effettiva centralità di un sistema turistico strutturato e i player del territorio sono stati poco coinvolti. Si festeggiano i buoni numeri degli ultimi anni, ma della “Bari città turistica” si vede ben poco, mentre chiudono gli hotel storici e i lavoratori vengono dimenticati».

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