Si rimette in moto l’hôtellerie italiana, ma occorre uno straordinario supporto del governo perché gli albergatori devono poter «comprare tempo per investire». È il messaggio lanciato da Bernabò Bocca, appena rieletto presidente di Federalberghi, ai suoi 27mila associati nel corso della 71ª Assemblea nazionale tenutasi a Roma.
Alla presenza del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, del vicepresidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli, e di una platea contingentata, Bocca – dal Duemila alla guida dell’associazione che fa capo a Confcommercio – ha affermato: «Accanto ad alcune nostre istanze accolte dall’esecutivo, ci sono altre urgenti istanze non ancora accolte, per cui batteremo. Mi riferisco all’eliminazione della seconda rata dell’Imu per i proprietari e il credito d’imposta del 65% (che al momento è solo fino ad aprile) sugli affitti alberghieri. Si tratta di misure indispensabili per l’abbattimento dei costi fissi perché, purtroppo, malgrado quello che si dice in giro, la stagione 2021 non è ancora decollata e gli alberghi si troveranno ancora in sofferenza, soprattutto nelle città d’arte. Poi chiediamo l’allungamento dei finanziamenti ad almeno 10 anni (attualmente il decreto liquidità prevede 72 mesi) con garanzia pubblica e ovviamente le moratorie sui prestiti con le banche, che scadono il 30 giugno, almeno fino al 31 dicembre, perché gli albergatori non sono ancora in grado di restituire i soldi e l’Abi ci ha già detto chiaramente che ci vuole un provvedimento del governo».
CROLLO NEI PRIMI QUATTRO MESI 2021. Nella sua relazione all’Assemblea, Bocca ha usato toni realistici: «C’è voglia di ottimismo per un settore, quello del turismo, che ha subìto più di altri e in modo devastante le conseguenze della pandemia. Ma vi è anche la consapevolezza di una realtà che presenta circostanze ancora difficili. Usando la metafora del golf, diciamo che partiamo con l’handicap. Un lusso che possono permettersi solo i campioni. Nei primi quattro mesi di questo 2021, le presenze dei turisti negli esercizi ricettivi sono diminuite di oltre l’85% rispetto allo stesso periodo del 2019, anno che teniamo come termine di paragone, considerando il vuoto che abbiamo registrato nel 2020. Tutto ciò ha provocato un calo del 75,1% degli italiani e del 95,9 % degli stranieri».
VACCINO “FUORI SEDE”. Bocca ha chiesto al governo Draghi di adottare misure pratiche, come quella di consentire la somministrazione della seconda dose del vaccino anche in una regione diversa da quella di residenza per non penalizzare i soggiorni di chi è già in vacanza. E Garavaglia, nel suo breve ma applaudito intervento, ha subito replicato che questa opzione è al vaglio dell’esecutivo, d’accordo con il ministro della Salute, Roberta Speranza.
EMERGENZA OCCUPAZIONE. Altro passaggio significativo del neoeletto presidente degli albergatori è stato quello relativo all’occupazione nel settore: «Bisogna ricordare – ha proseguito Bocca – che, in tempi normali, il settore del turismo dà lavoro a 1,3 milioni di persone. Nel 2020 invece sono venuti meno 200mila posti di lavoro stagionali e 150mila a tempo determinato. Sono convinto che tutto questo finirà e che si tornerà a velocità siderale a una riconquista piena dei nostri standard. Ma dobbiamo essere aiutati affinché, a nostra volta, possiamo aiutare i lavoratori che prestano servizio nelle nostre strutture e in tutta la filiera turistica».
«Il tema dei ristori – ha detto ancora il capo degli albergatori – non è stato risolutivo. Noi abbiamo bisogno di comprare il tempo, di accedere cioè a prestiti di lunghi periodi con garanzia pubblica, così da poter ricostituire la nervatura delle nostre imprese anche nel protrarsi dell’emergenza. Confidiamo, poi, che nel decreto Sostegni bis si concretizzino alcune soluzioni per fronteggiare le urgenze. In particolare penso agli incentivi per la riqualificazione delle strutture, alla riduzione dei costi fissi, in specie quelli che gravano sulla componente immobiliare, e al credito a lungo termine per le imprese».
«STOP COPRIFUOCO E FRONTIERE APERTE». Toccato anche il tema caldo della visibilità del brand Italia sui mercati esteri e su quanto bisogna fare al più presto per giocare la partita ad armi pari con i competitor esterim, molto più aggressivi di prima. «Abbiamo bisogno di campagne di promozione all’estero che siano efficaci, accattivanti, autorevoli e che sappiano anche ricollocarci al top tra le destinazioni preferite dal turismo straniero. Ci auguriamo il superamento delle misure restrittive come il coprifuoco e la riapertura delle frontiere, per consentire a tutti di poter circolare liberamente e godersi l’eterna bellezza del nostro Paese», ha concluso Bocca.