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Emergenza sommerso nella Capitale:
Federalberghi chiede la moratoria sulle licenze

Per Federalberghi Roma l’emergenza sommerso non si arresta. Il nodo case vacanza e affitti brevi irregolari, secondo l’associazione, ha superato il livello di guardia. Il presidente Giuseppe Roscioli ha annunciato a L’Agenzia di Viaggi magazine che «nei prossimi giorni, nel corso di un incontro con l’assessore al Turismo, Adriano Meloni, chiederemo ufficialmente una moratoria di almeno 1 anno per il rilascio di licenze relative ad attività ricettive».

Una «misura estrema che nasce da una reale emergenza». Dati alla mano, dice Roscioli, «su Airbnb contiamo circa 25mila inserzioni di affitti brevi nella Capitale, mentre dal Comune sono state rilasciate solo 8.800 autorizzazioni. È fin troppo evidente il problema della sicurezza: a Roma ci sono 35mila persone che pernottano in case-vacanze e appartamenti privati a uso ricettivo di cui la Questura non sa nulla. Il fenomeno dell’ospitalità alternativa a quella alberghiera è sfuggito di mano e bisogna porvi rimedio».

Per Roscioli la moratoria permetterà alla Questura e al Comune di effettuare un monitoraggio sulla ricettività extra-alberghiera regolare e quella sommersa. Una procedura che impone un iter che il presidente di Federalberghi Roma sintetizza così: «Con la moratoria il Comune può chiedere una sorta di stato di emergenza per la ricettività turistica e insieme predispongono una task force. Questo controllo risulta a beneficio anche di tutte le altre attività commerciali, poiché ormai il substrato dell’offerta di beni e servizi nel centro di Roma non esiste più. Tra pizzerie a taglio, paninoteche mini-market, sono scomparsi i negozi d’un tempo e questo danneggia la cittadinanza romana. Riguardo poi ai costi dell’intera operazione – aggiunge Roscioli – si potrebbero utilizzare parte delle risorse che il Comune ha assegnato al settore turistico attraverso gli incassi della tassa di soggiorno».

 

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