by Andrea Lovelock | 16 Giugno 2017 11:14
Quello della protezione dei dati sensibili e della libera circolazione dei dati personali diventerà presto un passaggio obbligato anche per le aziende turistiche. Per chi non si metterà in regola sono previste pesanti sanzioni (fino a 20 milioni di euro o prelievo fino al 4% del fatturato), anche se le norme entreranno in vigore solo nel maggio 2018 (mentre il regolamento europeo in materia è già in vigore dal 2016) molti Stati stanno adeguando le normative interne, compreso il nostro Paese.
In Italia, però, la maggior parte delle aziende non è ancora pronta ad affrontare tutte le novità introdotte, tra le quali l’inserimento del data protection operator (Dpo), una figura lavorativa che è responsabile della protezione dati, e l’obbligo di tenere un registro delle attività di trattamento dei dati ed effettuare una valutazione di impatto dei loro rischi.
Secondo i dati dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano, oggi solo un’azienda italiana su cinque conosce nel dettaglio le implicazioni del trattamento e protezione dei dati sensibili e sono residuali (9%) quelle che hanno già strutturato un progetto per adeguarsi.
Per questo con l’intento di fare chiarezza, Federturismo e Dpa Consulting hanno organizzato ieri alla Camera dei deputati una conferenza stampa in cui, dopo i saluti dell’onorevole Giulio Cesare Sottanelli e di Antonio Barreca, direttore Generale di Federturismo, il tema è stato approfondito da Ada Rosa Balzan, amministratore Dpa Consulting, Gianluca Pomante, direttore area legale DPA Consulting e Umberto Chiminazzo, direttore generale Certiquality.
La conferenza ha sviluppato il tema attorno la corretta analisi delle modalità di trattamento dei dati, dei flussi documentali, dei sistemi informativi, degli archivi e dei rischi connessi.
Per le aziende, inoltre, il tempo per mettersi in regola c’è ma non sono più ammessi temporeggiamenti dalle leggi europee e nazionali. Su un fatto c’è una piena consapevolezza: occorre partire quanto prima con il registro dei trattamenti, cioè mappando dati e applicazioni, per poi procedere con le valutazione dei rischi e tutte le altre misure necessarie, perché dal 25 maggio 2018 le sanzioni amministrative pecuniarie potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuale dell’anno precedente, se superiore.
Questi temi, vista l’imminenza dell’attivazione delle sanzioni, saranno oggetto di approfondimento di un seminario tecnico che Federturismo organizzerà il 27 giugno in Confindustria nella sua sede di Roma.
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