Da regno del calciomercato a regno Saudita, che, d’altronde, ora coincidono e se ne sono accorti tutti. Come ai tempi delle trattative dei giocatori, una grande folla – di top manager e imprenditori italiani – è assiepata nei saloni dell’Hotel Gallia di Milano, a due passi dalla Stazione Centrale, che ospita il Forum italo-saudita sugli investimenti, che riguardano, eccome, anche il turismo. Perché che gli arabi stiano investendo nel comparto con i loro progetti di espansione non è affatto un segreto, anzi, anche se l’operazione «charme» di Riyadh, estesa all’Italia, è a 360 gradi.
Proprio lunedì a Milano – racconta il Corriere della Sera – il ministro degli investimenti saudita, Khalid Al-Falih, ha annunciato coram populo che l’Arabia «raggiungerà i 100 milioni di visitatori stranieri entro il 2030». Il turismo, infatti, è uno dei business su cui punta il Paese e questo implica un’apertura a flussi di stranieri da tutto il mondo, finora riservata soprattutto ai pellegrini islamici. Peraltro, nulla avviene per caso: lo scorso anno l’Arabia ha ospitato l’importante Wttc Global Summit e nelle stesse settimane, sul fronte italiano, ha stretto un accordo pluriennale con Alpitour. Per non parlare dello sviluppo del nuovo polo turistico a cinque stelle The Red Sea. Tombola.
A riprova di questo, già si registra un vero boom di turisti in Arabia Saudita: circa 7,8 milioni di turisti nei primi tre mesi del 2023, con un aumento del 64% rispetto allo stesso periodo, prima della pandemia, nel 2019. Entrate turistiche triplicate fino a 9,9 miliardi di dollari. «Sono aumentate del 225% rispetto al primo trimestre del 2022, grazie all’incremento del numero di visitatori», scrive l’agenzia di stampa statale Saudi Press Agency.
Khalid Al-Falih ha pure giocato a carte scoperte su un altro obiettivo: ricavare il 10% del Pil dal turismo, una percentuale, cioè, che si accosta molto a quella dell’Italia. Il Corsera rivela che già all’Expo di Dubai – svoltosi tra il primo ottobre 2021 e il 31 marzo 2022, con un flusso stimato di 25 milioni di visitatori – «il padiglione saudita era dedicato a magnificare i paesaggi naturali e i tesori archeologici del Paese, attrattive che per tanto tempo erano rimaste abbastanza nascoste».
In sostanza, Khalid Al-Falih è venuto a Milano «per attirare le imprese italiane a investire in Arabia e promuovere gli investimenti sauditi in Italia, confermando le ambizioni di Riyadh di diventare una potenza leader nello sviluppo dell’idrogeno verde e di altre fonti rinnovabili, coinvolgendo le nostre maggiori aziende del settore. La logica geopolitica del nuovo corso guidato dal principe Mohammed bin Salman lui l’ha definita così: l’Arabia punta a essere un ponte tra Oriente e Occidente».
E cosa c’è di più efficace del turismo come ponte?